lunedì 30 ottobre 2017

Proverbi italiani sul calendario



Gennaio

A San Sebastiano (20 gennaio) l'estate è ancor lontano.
A Sant'Agnese (21 gennaio) la lucertola per il maggese.
A Sant'Agnese (21 gennaio) la lucertola per la siepe.
Da Sant'Agnese (21 gennaio) mezzo fieno e mezze spese.
Dell'inverno non me ne curo, purché San Paolo (25 gennaio) non faccia scuro.
Di Befana (6 gennaio) la rapa è vana.
Di Pasqua Epifania (6 gennaio) il vento se ne va via.
Dopo l'Epifania (6 gennaio) il sole indugia sulla via.
I segni del nuovo anno i giorni di San Paolo (25 gennaio) te li diranno.
La luna di gennaio è la luna del vino.
La luna di gennaio fa luce come giorno chiaro.
La Pasqua Epifania (6 gennaio) tutte le feste porta via.
L'Epifania (6 gennaio) il più gran freddo che ci sia.
L'uva di Capodanno (1 gennaio)  non portò mai danno.
Per San Sebastiano (20 gennaio) la neve cade piano piano.
Per San Sebastiano (20 gennaio) un'ora in più abbiamo.
Per Sant'Adriano (9 gennaio) neve ai monti e al piano.
Per Sant'Antonio (17 gennaio) il freddo ha più unghie del demonio.
Per Sant'Antonio Abate (17 gennaio) maschere e serenate.
San Paolo (25 gennaio) chiaro, paglia e grano.
Sant'Antonio (17 gennaio) dalla barba bianca, se non nevica poco ci manca.
Se non piove a San Feliciano (24 gennaio), vale più il sacco che il grano.
Se per San Paolo (25 gennaio) è sereno abbondanza avremo.



Febbraio

A febbraio, il sole in ogni ombraio.
A Madonna candelora [2 febbraio] dall'inverno siamo fora.
A San Valentino la primavera è vicina.
Candelora (2 febbraio) in foglia, Pasqua in neve.
Candelora al solicello, siamo solo a mezzo inverno.
Candelora scura dell'inverno non si ha paura.
Candelora, se tempesta se gragnola, dell'inverno semo fora.
Chi vuol ammazzare la moglie, la meni al sol di febbraio.
Chi vuol di avena un granaio la sémini di febbraio.
Chi vuol un bel pagliaio lo pianti di febbraio.
Chi vuole un buon erbaglio, lo semini a febbraio.
Da San Valentino (14 febbraio) governa l'orticino.
Febbraietto corto e maledetto.
Febbraio corto e amaro.
Febbraio corto, peggio d'un turco.
Febbraio è il mese in cui le donne parlano poco.
Febbraio ferra l'acquaio.
Febbraio nevoso, estate gioiosa.
In febbraio la beccaccia fa il nido.
In febbraio la terra è in calore.
La pioggia di febbraio empie il granaio.
Neve di febbraio, mezzo letamaio.
Non c'è Carnevale senza luna di Febbraio.
Non si fa un buon carnevale, se non c'è la luna di febbraio.
Per la Santa Candelora o la neve o la bora.
Per San Biagio (3 febbraio), il Mitrato, il freddo è andato.
Per San Valentino (14 febbraio) la primavera sta vicino.
Per San Valentino fiorisce lo spino.
Per San Valentino l'allodola fa il nidino.
Pota e zappa nel febbraio, se vuoi l'uva nel panaro.
Sant'Agata (5 febbraio): la terra rifiata e la merenda è ritrovata.
Sant'Agata conduce la festa a casa.
Se ci sono le mosche in febbraio, bisogna scaldarsi le orecchie a marzo.
Se febbraio non febbreggia, marzo campeggia.
Se febbraio non isferra, marzo mal pensa.
Se nevica il dieci di febbraio, l'inverno si accorcia di quaranta giorni.
Se nevica per la Candelora, sette volte la neve svola.
Ti dice San Biagio (3 febbraio) nei pensieri vai adagio.


Marzo

Dicembre fa gli agnelli, marzo ne vuol le pelli.
Fino alla vergine Annunziata (25 marzo) ogni erba fa insalata.
Luna calante marzolina fa nascer l'insalatina.
Marzo pazzerello, se c'è il sole, porta l'ombrello.
Marzo ventoso frutteto maestoso.
Per l'Annunciata (25 marzo) la rondine è tornata.
Per l'Annunciazione (25 marzo) torna la rondine e il rondone.
Per l'annunziata (25 marzo) la spiga è nata.
Per san Benedetto (21 marzo), la rondine è sotto il tetto.
Per santa Annunziata (25 marzo) nasce l'erba che non è nata.
San Giuseppe (19 marzo) frittellaio è un dì per metà festaio.
Sotto la luna marzolina nasce l'insalatina.
Uva marzolina non andrà in cantina.



Aprile


A San Marco (25 aprile) le vacche passano il varco.
Acqua di San Giorgio (23 aprile) carestia di fichi.
Al 5 d'aprile (San Vincenzo)  il cucù deve venire.
Aprile sparagiaio, maggio cerasaio.
Ogni goccia d'aprile vale mille lire.
Per Santa Caterina (29 aprile) le vacche alla cascina.
Per un cocomero come un barile, seminalo il primo giovedì d'aprile.
Poni la zucca d'aprile, verrà grossa come un barile.
San Marco (25 aprile) bagnato porta il fieno sul selciato.
San Marco Vangelista (25 aprile),  maggio alla vista.
San Vincenzo (5 aprile) chiaro, assai grano scuro, pane nessuno.
Se marzo butta erba, aprile butta merda.
Se per san Marco (25 aprile) goccia lo spirito, abbondanza di vino.
Se tagli un cardo d'aprile, ne nascono mille.


Maggio

A san Bernardino (20 maggio) la fioritura del lino.
A San Cataldo (10 maggio) esce il freddo ed entra il caldo.
Chi pota di maggio e zappa d'agosto, non raccoglie né pane né mosto.
Di maggio ciliege per assaggio.
Fango di maggio spighe d'agosto.
Fino a Sant'Ubaldo (16 maggio) il freddo lotta con il caldo.
Fino all'Ascensione (metà maggio) non lasciare il tuo giubbone.
Maggio fresco e ventoso rende l'anno ubertoso.
Maggio ortolano, molta paglia e poco grano.
Non trascurare nel mese di maggio di provvedere legna e foraggio.
Per l'Ascensione (metà maggio) una spiga per cantone.
Per Santa Rita (22 maggio) ogni rosa è fiorita.
Se di maggio rasserena si avrà la spiga piena.
Se piove per l'Ascensione ogni cosa va in perdizione.

Giugno

A San Vito (15 giugno) il castagno è incardito.
Acqua di giugno rovina il mugnaio.
Da San Giovanni (24 giugno) il succo entra nell'uva.
La guazza di San Giovanni (24 giugno) cura tutti i malanni.
La vigilia di San Giovanni (23 giugno) piove tutti gli anni.
Per San Barnaba (11 giugno) l'uva viene e il fiore va.
Per San Giovanni (24 giugno) si svellon le cipolle e gli agli.
Per San Paolino (22 giugno) c'è il grano e manca il vino.
Per San Pietro (29 giugno) il villano ha falce in mano.
Per San Pietro (29 giugno) o paglia o fieno.
Per San Vittorino (8 giugno) ciliege a quattrino.
Quando piove per San Vito (15 giugno), il raccolto dell'uva va fallito.
San Giovanni (24 giugno) mietitore, San Pietro (29 giugno) legatore.
Se piove per San Vito (15 giugno), il vino se ne è ito.


Luglio

A San Bonaventura (15 luglio) s'è finito di mietere in pianura.
A Santa Marta (29 luglio) s'attacca la luce sotto la cappa.
Per San Pietro (30 luglio) se piove e fa gragnola, la durata è men di un'ora.
Per Santa Cristina (24 luglio) di mattina l'aria è fina.
Per Santa Cristina (24 luglio) la sementa della saggina.
Per Santa Maddalena (22 luglio) la noce -e la nocciola- è piena.
Per Santa Maddalena (22 luglio) si taglia l'avena.
Per Sant'Anna (26 luglio) entra l'anima nella castagna.
San Giacomo (25 luglio) con i tetti bagnati, del vin siamo privati.
San Giacomo (25 luglio) dei meloni.
Se piove per Sant'Anna (26 luglio), l'acqua diventa manna.


Agosto

A Sant'Agostino (28 agosto), la testa sul cuscino
A volte si crede di trovare il sole d'agosto e si trova la luna di marzo.
Agosto annunzia l'inverno.
Agosto, moglie mia non ti conosco.
Al primo d'agosto, le anitre si mettono arrosto.
Alla prima acqua d'agosto cadon le mosche, quella che vi rimane morde come un cane.
Alla prima acqua d'agosto il caldo s'è riposto.
Alla prim'acqua d'agosto, pover uomo ti conosco.
Chi dorme d'agosto, dorme a sue spese.
Chi si ammala d'agosto si ammala a suo costo.
Chi va all'acqua d'agosto, non beve o non vuol bere il mosto.
Chi vuol aver del mosto, zappi le viti d'agosto.
Da San Bartolomeo (24 agosto) la rondine va con Dio
Da San Lorenzo (10 agosto) se sbrancia i granturchi.
Dal primo d'gosto le anitre si mettono arrosto.
Il sole d'agosto inganna la massaia nell'orto.
In agosto il sole tramonta prima.
La pioggia di san Bartolomeo serve solo a lavare i piedi.
La prima pioggia d'agosto fa fuggire pulci e mosche.
Per Ferragosto (15 agosto) piccioni e anitre arrosto.
Per il Perdon (2 agosto) si mette la zappa in un canton.
Per la Madonna d'agosto, si rinfresca il bosco.
Per San Donato (7 agosto) l'inverno è nato.
Per San Rocco (16 agosto) la rondine fa fagotto.
Per Santa Chiara (11 agosto) ogni goccia una quartana.
Per Santa Maria (15 agosto) il marrone fa la cria
Quando piove d'agosto, piove miele e piove mosto.
San Lorenzo (10 agosto) asciuga i rivi.
San Lorenzo (10 agosto) l'innocente, mille fuochi in cielo accende.
Se piove a San Ponziano (13 agosto), il vino costa meno del grano.
Se vuoi buona rapa che per Santa Maria (15 agosto) sia nata.


Settembre

A San Matteo (21 settembre) tanto è la notte tanto il die.
Per San Cipriano (16 settembre) semina in costa e semina in piano.
Per San Cosma e San Damiano (26 settembre) ogni male stia lontano.
Per San Michele (29 settembre) l'uva è come il miele.
Per Santa Croce (14 settembre) la pertica sul noce.
Per Santa Croce (14 settembre) pane e noce.
San Matteo (21 settembre) addolcisce i grappoli.

Ottobre

A San Francesco (4 ottobre) arriva il tordo e il fresco.
All'Ave Maria (per S.Pietro d'Alcantara, 19 ottobre), o a casa o per la via.
O molle o asciutto, per San Luca (18 ottobre) semina tutto.
Per San Francesco (4 ottobre) la nespola al cesto.
Per San Luca (18 ottobre) cava la rapa e metti la zucca
Per San Luca (18 ottobre) la merenda è perduta.
Per San Simone (28 ottobre) il galletto si fa cappone.
Per San Simone (28 ottobre) la nespola si ripone.
Per Santa Reparata (8 ottobre) ogni oliva è inoliata.
Per Santa Teresa ( 15 ottobre) prepara la tesa.
Per Santa Teresa (15 ottobre) si semina a distesa.
San Francesco (4 ottobre) dopo il caldo viene il fresco.
Se piove avanti la messa prima (per San Simeone, 8 ottobre), piove tutta la mattina.

Novembre

A Sant'Andrea (30 novembre) la neve è per la via.
Da San Martino (11 novembre) l'inverno è in cammino.
Da Santa Caterina (25 novembre) il freddo si raffina.
L'estate di San Martino (11 novembre) dura tre giorni e un pochino.
Novembre va in montagna e abbacchia la castagna.
Oca castagne e vino per festeggiare San Martino (11 novembre).
Per i morti (2 novembre) la neve negli orti.
Per i santi (1 novembre) la neve è per i campi.
Per ogni santi (1 novembre) mantello e guanti.
Per San Clemente (23 novembre) l'inverno mette un dente.
Per san Clemente (23 novembre) smetti la semente.
Per san Graziano (18 novembre) c'è il vino e manca il grano.
Per San Graziano (18 novembre) si semina a piena mano.
Per San Martino (11 novembre) si buca la botte del miglior vino.
Per San Martino (11 novembre) si mangia la castagna e si beve il buion vino.
Per Santa Caterina (25 novembre) la neve si avvicina.
Per Santa Caterina (25 novembre) o neve o brina.
Per Santa Caterina (25 novembre) tira fuori la fascina.
Per Sant'Omobono (13 novembre) o neve o tempo buono.
Prima o dopo i morti (2 novembre) la burrasca è alle porte.
Sant'Andrea (30 novembre) porta o neve o bufera.

Dicembre

A Natale (25 dicembre) freddo cordiale.
A San Gaziano (18 dicembre) lo scaldino in mano.
A San Nicola di Bari (6 dicembre), la rondine passa i mari.
A San Silvestro (31 dicembre) la neve alla finestra. 
A Santa Barbara (4 dicembre) sta' intorno al fuoco e guardalo.
Chi si rinnova per Maria (8 dicembre), scampa la malatia.
Da Natale (25 dicembre) in là il freddo se ne va.
Da Santa Lucia (13 dicembre) il freddo si mette in via.
Da Santa Lucia a Natale il dì s'allunga quanto un passo di cane.
Natale (25 dicembre) al balcone, Pasqua al tizzone.
Natale (25 dicembre) in pantanella, Pasqua in polverella.
Per San Nicolò di Bari (6 dicembre), festa o non festa, a scuola non si resta.
Per San Tommé (29 dicembre) piglia il porco per lo pié.
Per Santa Bibiana (2 dicembre), scarponi e calza di lana.
San Silvestro (31 dicembre) l'oliva nel canestro.
Se piove per Santa Bibiana (2 dicembre) dura quaranta dì e una settimana.
Se San Damaso (11 dicembre) venerate, sarete in pace con chi amate.

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