venerdì 19 maggio 2017

Di solito, le proposizioni relative, introdotte da che, da il quale o da preposizione + cui, hanno il verbo all'indicativo:

  • Mangio quel dolce che mi piace.
  • Questa è la casa in cui vivo.

Le proposizioni relative che esprimono un desiderio, una richiesta, una possibilità o un’ipotesi richiedono il congiuntivo:

  • Vorrei conoscere persone che parlassero bene il tedesco.
  • Cerchiamo un tecnico che conosca il programma.
  • Si ammettono candidati che siano maggiorenni.
  • Colui che lo facesse, tradirebbe la nostra fiducia.

Quando la frase precedente introduce una domanda o contiene un pronome indefinito negativo o un superlativo relativo, usiamo il congiuntivo, ma l'indicativo è ammesso, se si vuole sottolineare la realtà del fatto:

  • C’è qualcuno che sappia coniugare bene i verbi?
  • È la canzone più bella che abbia mai sentito.
  • Non c’è niente che mi possa distogliere dallo studio.
  • Tommaso è l'uomo più stupido che io conosco.


Uso del congiuntivo

giovedì 18 maggio 2017


Una grammatica di base con esercizi indirizzata a bambini stranieri ed italiani dai 7 agli 11 anni.

Si presta ad essere utilizzata sia in classi di soli alunni stranieri che in classi plurilingue, che in autoapprendimento con la guida di un adulto (il testo è fornito di chiavi).

È un valido strumento per affrontare la grammatica in un modo giocoso e piacevole attraverso le storie fantastiche dei due bambini protagonisti, Giulia e Francesco.

L’impostazione didattica, coinvolgente e agile, stimola la curiosità e fa leva sulla fantasia dei bambini, permettendo loro di avvicinarsi all’argomento in modo ludico e leggero.

Ogni unità didattica affronta un argomento grammaticale in modo chiaro e comprensibile e propone esercizi di vario genere, anche questi caratterizzati da un’atmosfera di gioco e divertimento.

lunedì 15 maggio 2017


La costruzione di + infinito è facoltativa quando si tratta di una frase secondaria costruita con "che + indicativo". Si noti però che la frase costruita con "che + indicativo" è più enfatica, e pertanto è d'uso più raro.


  • Sapete che siete arrivate in ritardo?
    Sapete di essere arrivate in ritardo?
  • Dicono che hanno un cane molto bello.
    Dicono di avere un cane molto bello.
  • Dice che ha capito tutto quanto ha spiegato il professore.
    Dice di aver capito tutto quanto ha spiegato il professore.
  • Sono sicuro che andrò in Brasile il mese prossimo.
    Sono sicuro di andare in Brasile il mese prossimo.
  • Sapevate che eravate arrivate in ritardo?
    Sapevate di essere arrivate in ritardo?
  • Giovanni prevede che sarà promosso.
    Giovanni prevede di essere promosso.
  • L'imputato sostiene che è innocente.
    L'imputato sostiene di essere innocente.

Questa costruzione è obbligatoria solo quando la frase secondaria intodotta dalla congiunzione che dovrebbe avere il verbo al congiuntivo.


  • Pensate di essere arrivate in tempo?
  • Credono di avere un cane molto bello.
  • Crede di aver capito tutto quanto ha spiegato il professore.
  • Penso di andare in Brasile il mese prossimo.
  • Credevate di essere arrivate in ritardo.
  • L'imputato crede di essere innocente.
Per poter esprimere la propria opinione in italiano ci avvaliamo delle formule:

  • secondo me
  • a mio avviso
  • a mio parere
  • a mio giudizio
  • credo, penso, trovo, mi pare, ritengo + che + verbo al congiuntivo
  • sostengo, sono convinto + che + verbo all'indicativo

sabato 13 maggio 2017


Scrivere una virgola prima della congiunzione "ma" è giusto nella maggior parte dei casi. Serve per mettere in evidenza l'elemento che la precede:

  • Credevo di conoscerla, ma mi sbagliavo.
  • non solo gli offrì il conforto della sua amicizia, ma fu generoso di aiuti.
  • È un libro difficile, ma interessante.
  • Sarebbe bello, ma ho promesso ai miei di andare a trovarli al lago.
  • Non ho mai creduto che tu lo avresti fatto, ma sono costretto a ricredermi.
  • La giacca blu mi piace, ma preferisco quella verde.
  • Sto bene in salute, ma mi sento molto stanco.
  • È un atleta ben dotato, ma privo di temperamento. 
  • Poteva andare meglio, ma mi accontento.
  • Tutti quanti avrebbero preferito andare a Firenze e fare un salto a Pisa, ma io non ero d'accordo.

Solo quando la congiunzione "ma" è posta tra due aggettivi non serve usare la virgola:

  • Quella giornata, bella ma stancante, era finita.
  • Hai sbagliato: quella giacca non è blu ma verde.
  • L'accademismo si definisce come una scrupolosa ma inconcludente osservanza di forme e norme tradizionali nella cultura e nell'arte.

lunedì 8 maggio 2017



Per indicare che un'azione non è conclusa, ma continua, si protrae nel presente:

  • Ci pensi ancora?
  • Stavo ancora scrivendo.




Per indicare che un'azione non si era conclusa, ma continuò, si protrasse nel passato:

  • C'era ancora la lira allora.


Per indicare che un'azione non si è conclusa, ma continuerà, si protrarrà nel futuro:

  • Ci ameremo ancora fra vent'anni.


Fin qui, finora; per ora (in frasi negative o interrogative negative):


  • Non è ancora arrivato.
  • Non sono ancora pronti?



Fino ad allora; a quel tempo:

  • Non l'avevo ancora saputo.
  • Ero ancora molto giovane.

Un'altra volta, nuovamente, di nuovo:

  • La tua amica ti ha cercato ancora.


Perfino, anche (usato per rafforzare un comparativo):

  • Questo video è ancora più bello dell'altro.
  • Dobbiamo riuscire a fare ancora meglio di lui.


In qualche modo, bene o male (spesso ripetuto):


  • Lui ancora (ancora) ci riuscirà, ma gli altri?


Ti può interessare sapere come si usano gli avverbi ORMAI e ADESSO?

sabato 6 maggio 2017




Si può entrare direttamente in contatto con un'opera d'arte e si è spesso in grado di apprezzarla, senza necessariamente passare attraverso una mediazione o una preparazione culturale. Tuttavia, percorsi guidati che stimolino lo studente ad interagire con le opere d'arte e che forniscano nello stesso tempo gli strumenti per tentarne un'interpretazione critica accrescono sicuramente il piacere estetico e culturale di questa esperienza. L'accostamento alle opere - selezionate tra i dipinti, le sculture e le architetture più conosciute - avviene attraverso testi facilitati, arricchiti da un glossario specialistico, seguiti da attività linguistiche e da spunti per la riflessione. In ogni capitolo, grazie alle schede sugli artisti e alle note di approfondimento, lo studente trova anche le informazioni utili per comprendere il contesto nel quale le singole opere sono state prodotte e per metterle in relazione con la cultura del tempo. La facilitazione linguistica consente di proporre un viaggio artistico nell'Italia dell'arte attraverso la sua lingua che diventa veicolo e collante per lo studente di italiano.


venerdì 5 maggio 2017


Con valore dimostrativo-relativo; usato sia come soggetto sia come complemento):

  • Chi ha fatto ciò ha fatto bene.
  • Ho trovato chi mi può aiutare.
  • Regalalo a chi vuoi.
  • Non prendertela con chi non ne ha colpa.

Con valore indefinito-relativo:

  • C’è chi dice che sia ancora vivo. 
  • Non trova chi lo possa aiutare. 
  • Non c’è chi riesca a risolvere il problema. 
  • Può andarci chi vuole, chiunque.

Con sfumatura ipotetica o condizionale:

  • Chi mi ama mi segua.
  • Questo compito, (per) chi ci rifletta un po’, non è difficile.


Ormai e adesso
ADESSO

  • In questo momento, al presente, ora.
    Adesso sto studiando.
    Adesso lavora in un supermercato.
    Adesso andiamo al cinema.
    Adesso non posso, sto lavorando.
  • Poco fa, or ora.
    Ho mangiato proprio adesso.
    Arrivo adesso da Roma.
  • Fra poco.
    Dovrebbe arrivare adesso.

ORMAI

  • A questo punto, allo stato attuale.
    Ormai è tempo di decidere.
    Ormai questo colore non è più di moda. 
  • Per sottolineare l'inevitabilità di un'azione.
    Ormai non si può fare più nulla per lui.
    Ormai troppi anni sono passati.
  • Per sottolineare una quantità di tempo trascorso.
    Sono ormai due mesi che non lo vedo.
    Sono già le 22, ormai (siccome sono le 22) è tardi per andare al supermercato.
    Sono due mesi che lavora a questo progetto, ormai (dato che ci lavora da due mesi) dovrebbe averlo completato.
  • Allora, a quel punto (riferito al passato o al futuro)
    Quando arrivò era ormai troppo tardi.
    Quando leggerai questo messaggio sarà ormai mattina.


Ti può interessare sapere come si usa l'avverbio ANCORA?

giovedì 4 maggio 2017


Alcune regole di base:

  • b non si scrive mai doppia davanti al suffisso – ile: amabile, classificabile, improrogabile;
  • g non raddoppia mai davanti a – ione: regione, cagione, prigione, legione;
  • z non si scrive mai doppia:
    - nei nomi terminanti in – ione: masturbazione, vacazione, imprecazione;
    - nei nomi terminanti in – zia, – zie, – zio (malizia, polizia, giudizio, ospizio ecc.) e nei loro derivati (poliziesco, giudiziario, ecc.).
    A questa regola generale vi sono però alcune eccezioni: si scrivono con zz le parole: pazzia, razzia, razziale, carrozziere, tappezziere, corazziere, mazziere;
  • invece, la z si raddoppia sempre nelle parole composte con i suffissi: – ozzo, – uzzo, – izzare, e nei loro derivati: singhiozzo, tozzo, rozzo, merluzzo, puzzo, struzzo, organizzare, organizzatore;
  • la consonante iniziale di una parola raddoppia quando si unisce:
    - alle congiunzioni e, né, se, o (eppure, neppure, seppure, oppure);
    - alle preposizioni a, da, fra, su (alla, dapprima, frapporre, suddetto)
    - agli avverbi là, più, sì, così (laggiù, piuttosto, siffatto, cosiddetto)
    - ai prefissi sopra, sovra, contra (soprattutto, sopravvivere, sovrabbondante, soprannumero, sopralluogo, contraddire, contraccolpo)

Non si ha il raddoppiamento:

  • se la seconda parola che forma il composto inizia con s impura (cioè seguita da consonante): soprascritto, sovrastruttura, contrastante;
  • dopo i prefissi contro-, pre-, tra-, sotto-, intra- (controbattere, controluce, prevedere, precedere, trapiantare, sottoporre, sottobosco, intravedere, intramuscolare).





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