domenica 31 dicembre 2017

Sgrammaticando

Perché facciamo sempre più errori di italiano? Che hanno fatto di male alle persone il povero congiuntivo e l'infelice «h», che viene messa quando non si deve e tolta quando invece starebbe così comoda al suo posto? Vogliamo poi parlare di po', il troncamento della parola poco, in cui tanti risparmiano sull'apostrofo per scialacquare, magari, in un accento sulla «o» che non serve a nessuno? E apostrofi, accenti, doppie... Una delle strategie più comuni è spargerli a piene mani sulla pagina come petali di rose a una cerimonia, senza curarsi più di tanto di dove andranno a cadere, ma non è una strategia destinata al successo.

Tra scuola e università, e-mail, documenti, report di lavoro, stati Facebook e messaggi su WhatsApp, la forma scritta è sempre più importante nella nostra comunicazione quotidiana, e i nostri scivoloni grammaticali e ortografici si trasformano rapidamente in catastrofi sociali e professionali. In queste pagine scopriremo come evitare di cadere nei tranelli più comuni, come risolvere i dubbi amletici, come dare una rinfrescata al nostro amato italiano riportando alla memoria - e alla punta delle dita -regole comuni e dettagli curiosi in grado di farci apprezzare come mai prima la ricchezza della lingua. Un piccolo manuale che costituisce anche un indispensabile galateo social, per i molti che non vogliono arrendersi alla barbarie linguistica.


sabato 30 dicembre 2017


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venerdì 22 dicembre 2017


I verbi fraseologici servono d'appoggio ad altri verbi per esprimere un determinato aspetto del verbo che accompagnano.




Possiamo dividerli a seconda del tipo di azione che esprimono:

Azione causata da un soggetto:
La maestra le ha fatto lavare la lingua con il sapone.
Ho lasciato entrare un gattino nel mio studio.

Imminenza di un'azione:
Ero sul punto di rimbeccarla quando abbiamo sentito la porta d'ingresso che si apriva.
Il nostro esperto era in procinto di dimostrare questo legame, da qui la richiesta per un rinvio, che è stata rifiutata.Signori. L'asta sta per iniziare.
Vide il finale tragico, ma quando si accingeva a cambiarlo, il libro scomparve.
Il treno era sul punto di partire quando sono arrivato in stazione. 



Inizio di un'azione:
Poi la luce cominciò a dissolversi...
Non appena ha ricevuto la brutta notizia, Anna si è messa a piangere.
Dopo aver vinto alla lotteria, si è dato alla pazza gioia.

      
Tentativo di compiere un'azione:
Mario ha provato a baciare Stefania.
Il suo avvocato ha cercato di contattarla, invano.
Il nostro esimio collega si è sforzato di migliorare le proposte della Commissione.
Quest'uomo ha tentato di rubare ciò che era mio.
      
Svolgimento di un'azione:
Chissà cosa sta facendo in questo preciso istante...
Il nostro Parlamento va chiedendo alcuni di quei provvedimenti già da parecchio tempo.
Stanno a fare un lavoro buono per tutti e pure per voi.
      
Continuità di un’azione:
Piero insiste a corteggiare Laura anche se lei non lo vuole.
Annalisa continua a piangere da quando è morto il suo cane.
Ha seguitato a piovere tutto il giorno.      

Conclusione di un’azione: 

Ieri gli operai hanno finito di lavorare.
Laura ha smesso di fumare due anni fa.
La società ha cessato di esistere dopo la fusione con una banca commerciale.
Finalmente ha smesso di nevicare.
Il deputato ha appena terminato di parlare.
      
Un'azione che il soggetto subisce:
Mia nonna si è lasciata ingannare da due finti addetti del gas.
In quel momento è scattato qualcosa e mi sono trovata incastrata.


sabato 9 dicembre 2017

Al pozzo

Vicino al pozzo c’è una pazza
Che lava una pezza.
Arriva un pazzo con una pizza
e le offre un pezzo.
La pazza rifiuta,
il pazzo si infuria
e butta la pazza,
la pezza e la pizza
nel pozzo.

Vendesi doppie

Al supermercato delle doppie
Le letterine si vendono a coppie;
le puoi leggere sulle etichette
di barattoli e scatolette.
Non trovi mele, ma caramelle,
non ci son salami, ma mortadelle.
Il prosciutto non è crudo, ma cotto;
il pane? C’è solo il pan biscotto.
Se fra le doppie non ti sei smarrito
Ti auguriamo buon appetito.
Continua a girare tra gli scaffali,
farai pranzetti davvero speciali.




Filastrocca della “QU”

Ecco qui quattro fratelli
tutti belli, questi e quelli.
Li ritrovo tali e quali
nei quaderni e nei quintali,
nei quattrini e nei querceti,
in quaranta bimbi inquieti,
presso l’ aquila che ruota
quando scende a bassa quota,
nella quaglia e nel questore.
NON li trovo, invece, in cuore
nella scuola oppur nel cuoco
che cucina accanto al fuoco.


Filastrocca dell'H

La signorina H
E’ una lettera un po’ speciale
E al mondo non c’è uguale.
E’ discreta e silenziosa
E lavora senza posa.
Se sta davanti è muta
Ma, come, sempre aiuta.
Io HO due amici
Tu HAI tre mici
Maria HA due bambolotti.
Essi Hanno tre orsacchiotti.
Se alla fine la fai stare,
le vocali sa allungare…ah! eh! ih! oh! uh!
Una fame da streghe
Ho visto due streghe fare merenda:
che fame tremenda!
Venti chili di spaghetti lunghi lunghi,
tre sacchi di acciughe con i funghi,
tre oche piene di ghiande
e una porchetta con le unghie.
E senza cucchiaio, coltello e forchetta
Mangiavano in gran fretta.


Filastrocca sugli accenti

Nicolò sull’aereo salì
Per un bel viaggio partì
E quando l’ aereo decollò
Che gran divertimento provò!
Ben presto si addormentò
E di essere sulle nuvole sognò.
VA STA FA
VO STO FO
io mai accenterò.
Metterò su egli DÀ
l’accento che ci va.
Niente accento
su QUA QUI,
doppio invece su LÀ LÌ.
Per se stesso
accento il SÉ.
Se mi escludi accento il NÉ,
se mi accetti accento il SÌ
e sorrido tutto il DÌ.
Senza niente lascio il SU,
ha il berretto il signor GIÙ.
Per finire sopra il NO
Mai l’accento metterò!!!
SUL NUMERO TRE L’ACCENTO NON C’È
SUI COMPOSTI DI TRE, L’ACCENTO C’È!!!

SCRIVEREMO PERCIÒ: trentatré, centrotré , novantatré ….

Filastrocca su “sce / sci”

Questa è la storia di uno sceriffo
Con i pantaloni a strisce,
che non si mise la sciarpa in ascensore
e si buscò un raffreddore,
che bevve una bottiglia di sciroppo
e guarì in quattro e quattr’otto.

Questa è la storia di una scimmia
che dallo scivolo si buttava,
nella piscina nuotava,
si stendeva sull’ asciugamano
e, a sera, ormai distrutta,
si mangiava la pastasciutta.

Questa è la storia di una biscia
con la pelle liscia liscia,
che nuotava nel ruscello
con un pesce e suo fratello,
che mangiava i moscerini
e il prosciutto nei panini
Lo sceriffo Pam pam
sempre in giro se ne va
con la sciarpa a strisce
da’ la caccia alle bisce.

Non usa la rivoltella
ha una scopa sotto l’ascella
quando scende da cavallo
cammina come un gallo.

Lo sceriffo Pam Pam
sempre in giro se ne va
se vede un moscerino
trema come un bambino.

Lo sceriffo Pam Pam
quando va in piscina
scendendo in acqua
si fa una risatina.

D’inverno molto spesso
sulla neve va a sciare
scendendo in discesa
si mette a cantare.
Gli indiani cu-cu

Conosci la tribù
Degli indiani cu-cu?
C’è l’indiano cuore
Che raccoglie le more.
C’è l’indiano cuoco
Che accende il fuoco.
C’è cuoio, un indiano
Che fa lo stregone.
C’è scuola, l’indiana
Che fila e tesse la lana.
Conosci la tribù
Degli indiani cu-cu?
Se li scrivi con la q
Ride tutta la tribù.

domenica 3 dicembre 2017


Il pronome relativo “cui” quand'è preceduto dall’articolo determinativo o da una preposizione articolata ha valore di possessivo:

Ieri ho incontrato quel ragazzo le cui amiche studiano giurisprudenza a Perugia.
In questo caso le cui si riferisce alle amiche del ragazzo sono le amiche di quel ragazzo.

Ho affittato un appartamento, dal cui balcone si vede il fiume.
Il fiume si vede dal balcone dell’appartamento.

Vediamo altri esempi di uso:



Vediamo le equivalenze della costruzione con il pronome relativo CUI con valore di possessivo, in inglese, spagnolo, francese, portoghese e tedesco:

lunedì 27 novembre 2017





Gli aggettivi possessivi non sono preceduti da un articolo quando accompagnano un nome di parentela al singolare. Useremo l’articolo davanti ai nomi di parentela al plurale.

mia madre, tuo padre, sua sorella
le sue sorelle, i vostri nonni, i tuoi suoceri

Sono eccezioni: la mia mamma, il tuo papà, il mio babbo.

Però quando il nome di parentela al singolare è alterato o è accompagnato da un aggettivo o di un sintagma nominale, l’aggettivo possessivo è preceduto dall’articolo.

la mia sorellina
la mia nonnina
la mia sorella minore
la tua bella cugina
la mia sorella sposata

la mia zia di Napoli

Il possessivo loro vuole sempre l'articolo.

il loro padre
la loro cugina

giovedì 2 novembre 2017


La "Grammatica di riferimento dell'italiano contemporaneo" si presenta come una sintesi dei risultati più avanzati ottenuti dalla ricerca linguistica italiana nel campo della produzione di grammatiche scientifiche, di grammatiche scolastiche e di grammatiche per stranieri: intende descrivere le strutture grammaticali e sintattiche dell'italiano attuale in modo completo e scientificamente rigoroso, e al tempo stesso chiaro e accessibile a tutti. 

Che cos'è la consecutio temporum


Se la frase principale ha un tempo presente:

Frase principale -> verbum dicendi
Secondaria -> indicativo
Frase principale -> verbo di soggettività
Secondaria -> congiuntivo

CONTEMPORANEITÀ

Michele racconta che lui e sua sorella hanno molti amici al paese.
(indicativo presente)

Michele pensa che lui e sua sorella abbiano molti amici in paese.
(congiuntivo presente)


ANTERIORITÀ

Michele racconta che lui e sua sorella il giorno prima hanno fatto/fecero una gara.
(indicativo passato prossimo / indicativo passato remoto)

Michele pensa che lui e sua sorella il giorno prima abbiano fatto una brutta gara.
(congiuntivo passato)


POSTERIORITÀ

Michele racconta che, fra qualche tempo tutta la loro famiglia si trasferirà al Nord.
(futuro)

Michele spera che tutta la sua famiglia nei prossimi anni si trasferirà al Nord.
(futuro)





Se la frase principale ha un tempo passato:

Frase principale -> verbum dicendi
Secondaria -> indicativo
Frase principale -> verbo di soggettività
Secondaria -> congiuntivo

CONTEMPORANEITÀ

Michele ha raccontato che Barbara arrivava sempre per ultima e per questo doveva pagare la penitenza.
(indicativo imperfetto)

Tutti pensavano che Barbara arrivasse sempre per ultima e che dovesse pagare sempre la penitenza.
(congiuntivo imperfetto)


ANTERIORITÀ


Michele ha detto che il giorno prima lui era arrivato per ultimo.
(indicativo trapassato prossimo)

Maria era convinta che suo fratello il giorno prima fosse arrivato per ultimo.
(congiuntivo trapassato)

POSTERIORITÀ


Michele e Maria hanno raccontato che nei prossimi anni si sarebbero trasferiti al Nord.
(condizionale composto)

Michele e Maria speravano che la loro famiglia entro tre anni si sarebbe trasferita al Nord.
(condizionale composto)


lunedì 30 ottobre 2017


Quando non si usa la virgola?

 

  1. Tra il soggetto e il verbo:
    Mario, va al cinema (scorretto)
    Mario va al cinema (corretto)
     
  2. Tra il verbo e il complemento:
    Mangia, carne e pesce (scorretto)
    Mangia carne e pesce (corretto)
     


  3. Prima delle congiunzioni copulative e e né:
    Studia il francese, e il tedesco (scorretto)
    Studia il francese e il tedesco (corretto)
    Non vuole né studiare, né lavorare (scorretto)
    Non vuole né studiare né lavorare (corretto)
     
  4. Dopo l'ultimo di una serie di soggetti:
    Mario, Andrea, Marco e Alessandro, sono molto bravi con l’uso della punteggiatura (scorretto)
    Mario, Andrea, Marco e Alessandro sono molto bravi con l’uso della punteggiatura (corretto)
     
  5. Tra il verbo essere e il suo aggettivo o nome:
    Anna, è maestra (scorretto)
    Anna è maestra (corretto)
     
  6. Prima di quasi tutti i complementi introdotti dalle varie preposizioni (di, a, da, in, con, su, per, tra, fra):
    Sono andato a casa, di Paolo (scorretto)
    Sono andato a casa di Paolo (corretto)



Quando si usa la virgola?




A donna imbellettata voltale le spalle.
Abbi donna di te minore, se vuoi essere signore.
Alle donne che non fanno figli non ci andar né per piaceri né per consigli.
Astuzia di donne le vince tutte.
Chi dice donna dice guai.
Chi donne pratica, giudizio perde.
Chi si governa per consiglio di donne, non può durare.
Chi vuol vivere e star sano, dalle donne (o dai parenti) stia lontano.
Dalle donne con le basette, Dio ci guardi, le son saette.
Dio ti guardi da donna due volte maritata.
Donna al volante lumaca ambulante.
Donna al volante pericolo costante.
Donna baffuta, sempre piaciuta.
Donna barbuta, sempre piaciuta.
Donna buona vale una corona.
Donna nana, tutta tana.
Donna pelosa, donna virtuosa.
Donna prudente è una gioia eccellente.


Donna ridarella, o santa o puttanella.
Donna vecchia donna proverbiosa.
Donna, padella e lume sono un gran consumo.
Donne danno, fanno gli uomini e li disfanno.
Donne e buoi dei paesi tuoi.
Donne e motori gioie e dolori.
Donne e oche tienne poche.
Donne e sardine son buone piccoline.
Donne e uomini gelosi, son pericolosi.
Donne per casa, una in figura e una in pittura.
Donne, asini e noci vogliono mani atroci.
Dove son donne e gatti, son più parole che fatti.
Dove son donne innamorate morte, è inutile serrar finestre e porte.
Due donne e un'oca fanno un mercato.
Fiume, grondaia e donna parlatora mandano l'uomo di casa fuora.
Gli uomini fanno la roba, e le donne la conservano.
Gli uomini hanno gli anni che sentono, le donne quelli che dimostrano.
Gli uomini vanno veduti in pianelle, e le donne in cuffia.
Guardati dai cani, dai gatti, e dalle donne coi mustacchi.
Il credere e il bevere inganna le donne e i cani.
Il cuor delle donne è fatto a spicchi come il popone.
Il fusaiolo è d'argento, e fa le donne sufficienti.
La donna è come l'onda, se non ti sostiene ti affonda.
La donna, il fuoco e il mare fanno l'uomo pericolare.
La pazienza è dei frati, e delle donne che han gli uomini matti.
La pecunia se la sai usare è ancella, se no è donna.
Lagrime di donne, fontana di malizia.
L'allegria delle donne è il lino.

Le buone donne non hanno né occhi né orecchi.
Le donne arrivano i pazzi e i savi.
Le donne dicono sempre il vero; ma non lo dicono tutto intero.
Le donne e le ciliege son colorite a lor proprio danno.
Le donne hanno l'anima attaccata al corpo con la colla cerviona.
Le donne hanno lunghi i capelli e corto il cervello.
Le donne hanno quattro malattie all'anno, e tre bei mesi dura ogni malanno.
Le donne hanno sette spiriti in corpo.
Le donne ne sanno una più del diavolo.
Le donne per parer belle si fanno brutte.
Le donne piglian ben le pulci.
Le donne quando son ragazze han sette mani e una lingua sola; e quando son maritate han sette lingue e una mano sola.
Le donne quasi tutte per parer belle le si fanno brutte.
Le donne s'attaccano sempre al peggio.
Le donne se le tacciono le crepano.
Le donne son come i gatti; finché non battono il naso, non muoiono.
Le donne son figliuole dell'indugio.
Le donne son malate tredici mesi dell'anno.
Le donne son sante in chiesa, angeli in istrada, diavole in casa, civette alla finestra, e gazze alla porta.
Le donne son segrete come il dolor di corpo.


Le donne sono una certa mercanzia da non le tener troppo in casa.
Le donne tacciono quello che non sanno.
L'Inghilterra è il paradiso delle donne, il purgatorio degli uomini e l'inferno dei cavalli.
Maggio asciutto ma non tutto, gran per tutto; maggio molle, lin per le donne.
Marzo tinge, april dipinge, maggio fa le belle donne, e giugno fa le brutte carogne.
Muore più uomini pregni che donne gravide.
Né lettere né doni rifiutan le donne.
Non bisogna contentar le donne se non del lino.
Non c'è sabato senza sole, non c'è donna senza amore.
Pecore e donne a casa a buon'ora.
Per le donne in convulsione, è un gran recipe il bastone.
Pere e donne senza romori, sono stimate le migliori.
Più facile trovar dolce l'assenzio, che in mezzo a poche donne un gran silenzio.
San Geminiano dalle belle torri e dalle belle campane,gli uomini brutti, e le donne befane.
Se le donne fossero d'oro, non varrebbero un quattrino.
Suocera e nuora tempesta e gragnuola.
Tre cose non si possono tener nascoste, donne in casa, fusi in sacco e paglia nelle scarpe.
Tre donne e un magnano fecero la fiera a Dicomano.
Tre donne fanno un mercato e quattro una fiera.




A chi ben crede, Dio provvede.
A chi Dio non dà figliuoli, il diavolo gli dà dei nipoti.
A chi Dio vuol bene la casa gli piace.
A chi vuole male, Dio gli toglie il senno.
A chierico che si fa frate non gli fidar la tua comare.
A mani monde Dio gli dà da mangiare.
A Prato c'è più preti, che a Pistoia staia.
A tela ordita Dio manda il filo.
Ad ogni santo la sua candela.
Aiutati che Dio t'aiuta.
Amici da starnuti, il più che tu ne cavi è un Dio t'aiuti.
C'è il povero di Dio, e quello del diavolo.
Chi aspetta, Dio l'assetta.
Chi bazzica co' preti e intorno ha il medico, vive sempre ammalato e muore eretico.
Chi chiama Dio, non è contento; e chi chiama il diavolo, è disperato.
Chi confessa la sorte, nega Dio.
Chi da Dio è amato, da lui è visitato.
Chi del suo dona, Dio gli ridona.
Chi digiuna e altro ben non fa, avanza il pane e a casa del diavolo va.
Chi disprezza i genitori non ha timor di Dio.
Chi fa del bene agli ingrati, Dio l'ha per male.
Chi fa un frate, fa un ciuco.
Chi ha buono un Dio, ha in tasca i santi.
Chi ha imbarcato il diavolo, ha a passare in sua compagnia.
Chi ha paura del diavolo, non fa roba.
Chi ha portata la tonaca puzza sempre di frate.
Chi lavora di festa, lavora per il diavolo.
Chi lavora, Dio gli dona.
Chi l'uomo soccorre in povertà ridotto, presta il denaro a Dio con grosso frutto.
Chi mal pensa, Dio gli dia male.
Chi non parla, Dio non l'ode.
Chi più ne fa è fatto priore (o papa).
Chi serba, Dio non gli dà.
Chi sprezza l'onore, sprezza Dio.
Chi va a Roma, e porta un buon borsotto, diventa abate o vescovo di botto.
Chi vuol giusta vendetta, in Dio la metta.
Chi vuol star bene un giorno, faccia un buon pasto; chi una settimana, ammazzi il porco; chi un mese, prenda moglie; chi tutta la vita, si faccia prete.
Ciascun pensa per sè e Dio per tutti.
Compagnia d'uno, compagnia di niuno; compagnia di due, compagnia di Dio; compagnia di tre, compagnia di re; compagnia di quattro, compagnia da matti.
Comprar cavalli e tor moglie; serra gli occhi, e raccomandati a Dio.
Con la fatica delle feste, il diavolo ci si veste.
Corta preghiera entra in cielo.


Da chi mi fido mi guardi Dio, da chi non mi fido, mi guarderò io.
Da ricchi impoveriti e da poveri arricchiti, prega Dio che t'aiti.
Da Spagnoli e Imperiali, da Francesi e Cardinali, libera nos, Domine.
Dalle donne con le basette, Dio ci guardi, le son saette.
Danari, boschi e prati, entrate per preti e frati.
Del diavolo lagnarsi odo talora chi è, diavolo a se stesso e ad altri ancora.
Dio acconsente ma non sempre.
Dio ci guardi da errore di savio.
Dio ci manda la carne, e il diavolo i cuochi.
Dio dice a camparvi non mi sgomento, a contentarvi sì.
Dio fa gli schiocchi, e loro s'accompagnano.
Dio fà le pentole e il diavolo i coperchi.
Dio ha dato per penitenza all'avaro che né del poco né dell'assai si contenti.
Dio lascia fare, ma non sopraffare.
Dio li fà e il diavolo lì accoppia.
Dio manda il freddo secondo i panni.
Dio manda la neve con la luna.
Dio manda l'agnello e poi il suo praticello.
Dio mi guardi dalle prigioni del Duca.
Dio non fa mai chiesa, che il diavolo non ci voglia (o non ci fabbrichi) la sua cappella.
Dio non manda mai bocca, che non mandi cibo.
Dio non manda se non quel che si può portare.
Dio non paga il sabato.
Dio perdona a chi offende, non a chi toglie e non rende.
Dio serra un uscio e apre una finestra.
Dio solo non può fallire.
Dio ti dia figliuoli, e diateli grandi.
Dio ti guardi da chi legge un libro solo.
Dio ti guardi da donna due volte maritata.
Dio ti guardi da quella gatta che davanti ti lecca e di dietro ti graffia.
Dio ti guardi dal giorno della lode.
Dio ti salvi da un cattivo vicino, e da un principiante di violino.
Dio, genitori e maestri non si posson mai ricompensare.
Dire il peccato e non il peccatore.
Dopo la grazia di Dio, la miglior cosa è la libertà.
Dove c'è la pace ci è Dio.
Dove due amici s'incontrano, Dio gli fa da terzo (o v'entra per terzo).
Dove i cani e i lupi fanno lega, Dio protegga il gregge.
Dove il diavolo non può entrare manda una vecchia.
Dov'è il Papa, ivi è Roma.
Dov'è interesse, non si fa l'uffizio di Dio.
E l'uomo all'uomo un diavol tentatore, è l'uomo all'uomo un nume salvatore.
Entrarci come il diavolo nella preghiera.
Error di medico, volontà di Dio.
Far vedere il diavolo nell'ampolla.
Frate che chiede per Dio, chiede per due (cioè anche per sé).
Frate che fu soldato è più sperimentato.
Frate sfratato e cavol riscaldato, non fu mai buone.
Fratello Prendere sta in convento, Fratello Dare non ci sta.
Gente allegra Dio l'aiuta.


I detti son nostri e i fatti son di Dio.
I vescovi in Roma sono come i crocifissi in bottega del legnaiolo.
Il cane in chiesa fu sempre il mal venuto.
Il diavolo dove non può ficcar la testa, ficca la coda.
Il diavolo è cattivo perché è vecchio.
Il diavolo è facile da chiamare, difficile è mandarlo via.
Il diavolo insegna a far le pentole, ma non i coperchi.
Il diavolo insegna a rubare, ma non a conservare.
Il diavolo lo fa fare e poi lo fa scoprire.
Il diavolo non è poi tanto brutto quanto lo si dipinge.
Il diavolo quando non può portare, trascina.
Il diavolo si nasconde dietro la croce.
Il diavolo vuol cacciare le corna dappertutto.
Il diavolo, per diavolo che sia, non può nascondere le corna.
Il frate predicava che non si dovea rubare, e lui avea l'oca nello scapolare.
Il giusto paga (oppure porta la pena) per il peccatore.
Il lupo d'esser frate ha voglia ardente mentre è infermo; ma sano se ne pente.
In (o per) compagnia prese moglie un frate.
In chiesa co' santi, e all'osteria co' ghiottoni.
In chiesa e in mercato, ognuno è licenziato.
In chiesa né in mercato non andar mai accompagnato.
In chiesa per devozione, alla guerra per necessità.
In Paradiso non ci si va in carrozza.
La farina del diavolo va tutta in crusca.
La pazienza è la virtù dei santi.
La preghiera dovrebbe essere la chiave del giorno e la serratura della notte.
La vendetta di Dio non piomba in fretta.
Lascia fare a Dio, ch'è Santo vecchio.
Le armi le carica il diavolo.
Le campane non suonano se qualcuno non le tira.
Le donne son sante in chiesa, angele in istrada, diavole in casa, civette alla finestra, e gazze alla porta.
Le licenze son cento, e l'ultima è Vatti con Dio.
L'ombra del campanile ingrassa.
L'uomo propone e Dio dispone.
Maremmani, Dio ne scampi i cani.
Marito e figli come Dio te gli dà così te gli piglia.
Molti hanno la coscienza si larga. che avanza una nave di chiesa.
Morto un papa se ne fa un altro.
Nessun vecchio spaventa Dio.
Non c'è ladrone che non abbia la sua devozione.
Non si crede al santo finché non fa il miracolo.
Non si muove foglia che Dio non voglia.
Non si può entrare in Paradiso a dispetto dei santi.
Ogni prete loda le sue reliquie.
Ognuno ha il suo diavolo all'uscio.
Ognuno per sé e Dio per tutti.
Ognuno sa sé e Dio sa tutti.
Papa per voce, Re per natura, Imperatore per forza.
Per essere ricco bisogna avere un parente a casa del diavolo.
Per un peccatore perisce una nave.
Poca roba Dio la loda..
Preti, frati, monache e polli non si trovan mai satolli.
Quando Dio chiude una finestra apre una porta.
Quando Dio ci dà la farina, il diavolo ci toglie il sacco.
Quando Dio non vuole i santi non possono.
Quando Dio vuol punire un uomo, spesso si serve dell'altr'uomo.
Quando Dio vuole, a ogni tempo piove.


Quando il diavolo è vecchio si fa romito.
Quando il diavolo prega, tien d'occhio la preda.
Quando il diavolo vuole entrare, si caccia per la testa e per i piedi.
Quando il grano è ne' campi, è di Dio e de' Santi; (o è di tutti quanti).
Quando si è morti, San Michele pesa le anime e i preti  le candele.
Quando si nomina il diavolo se ne vede spuntar la coda.
Sa più (oppure: vedono più) il papa e un contadino che il papa solo.
Scherza coi fanti ma lascia stare i santi.
Se il diavolo trova un vizioso, gli dà subito lavoro.
Se non ci fosse il va' con Dio, bel mestier sarebbe il mio.
Segreto di due, segreto di Dio; segreto di tre, segreto d'ognuno.
Senza santi non si va in paradiso.
Si dice (cioè si deve dire), il peccato, ma non il peccatore.
Soldati del Papa, otto a cavare una rapa;
Solo Dio senza difetti.
Solo dir posso ch'è mio, quanto godo e do per Dio.
Tale abate tali monaci.
Tre cose belle in questo mondo: prete parato, cavaliere armato, donna ornata.
Tutti i santi non fanno miracoli.
Un diavolo scaccia (oppure tenta) l'altro.
Viene da Dio che i frati s'annegano.




A fare il vecchio si è sempre a tempo.
A lasciar si è sempre a tempo.
A tempo di guerra con le bugie si governa.
A tempo di guerra ogni cavallo ha soldo.
Al buon tempo ognun sa ire.
Al tempo delle serpi, le lucertole fanno paura.
Amare e non essere amato è tempo perso.
Amico di buon tempo mutasi col vento
Arco da mattina, empie le mulina (o la marina); arco da sera, tempo rasserena.
Aria rossa da sera, buon tempo mena.
Bisogna servire il tempo e dal tempo farsi servire.
Buona è la neve che a suo tempo viene.
C'è più tempo che vita.
C'è un tempo per pescare e un tempo per asciugare le reti.


Chi comincia a aver buon tempo, l'ha per tutta la vita.
Chi compra a tempo, vende nove per altri e un per sé.
Chi è savio, si conosce al mal tempo.
Chi fa tutto a tempo debito, di un giorno ne fa tre.
Chi getta un seme lo deve coltivare, se vuol vederlo con il tempo germogliare.
Chi ha tempo non aspetti tempo.
Chi ha tempo, ha vita.
Chi luogo e tempo aspetta, vede al fin la sua vendetta.
Chi provvede a tempo la casa, fa una bottega.
Chi tempo e tempo aspetta, tempo perde.
Col tempo e con la paglia si maturan le sorbe (o le nespole) e la canaglia.
Col tempo una foglia di gelso diventa di seta.
Con il tempo e con la paglia si maturano le nespole.
Faccia chi può, prima che il tempo mute: che tutte le lasciate sono perdute.
Facendo male, sperando bene, il tempo va e la morte viene.
Fate del bene al lupo, che il tempo l'ha ingannato.
Guai a chi dell'alchimia si innamora, perde il tempo, il cervello, e va in malora.
Il perder tempo, a chi più sa, più spiace.
Il tempo bene speso è un gran guadagno.
Il tempo consuma ogni cosa.
Il tempo dà e toglie tutto.
Il tempo divora le pietre.
Il tempo è buon testimone.
Il tempo è galantuomo.
Il tempo è il ladro della gioventù e dell'amore.
Il tempo è moneta (o denaro).
Il tempo è un gran maestro.
Il tempo è un gran medico.
Il tempo fa le pietre e poi le divora.
Il tempo ferisce e sana.
Il tempo matura i frutti acerbi e guasta i maturi.
Il tempo matura il grano, ma non ara il campo.
Il tempo non ha un momento di tempo.
Il tempo passa e porta via ogni cosa.
Il tempo risana ogni piaga.
Il tempo sana ogni cosa.
Il tempo scopre tutto.
Il tempo ti saluta, ma non aspetta che tu lo ringrazi.
Il tempo viene per chi lo sa aspettare.
Il tempo viene per tutti.
In tempo de' fichi non si hanno amici.
In tempo di carestia pan vecciato.
La burla non è bella, se la non è fatta a tempo
La donna da casa non perda mai tempo.
La donna è come l'appetito, va contentata a tempo.
La nebbia lascia il tempo che trova.
La vita dell'adulatore poco tempo sta in fiore.
L'amore fa passare il tempo e il tempo fa passare l'amore.
L'avvocato d'ogni stagione miete e d'ogni tempo vendemmia.
Metti la roba in un cantone, ché viene tempo ch'ella ha stagione.
Minore il tempo, maggiore la fretta.
Misura il tempo e farai maggior guadagno.
Molte cose il tempo cura che la ragione non sana.
Né di tempo né di Signoria, non ti dar malinconia.


Nel giardino del tempo cresce il fiore della consolazione.
Nessuno può fermare la ruota del tempo.
Non c'è cosa che si vendichi più del tempo.
Non manchi la volontà, che luogo e tempo non mancherà.
Non v'è frutta sì dura, che il tempo non matura.
Non vi sono frutti così duri che il tempo non maturi.
Nulla è più prezioso del tempo e nulla c'è che più si sprechi.
Ogni cosa si sa comperare, eccetto che il buon tempo.
Pagare e morire, si è sempre in tempo.
Pazienza, tempo e denari acconciano ogni cosa. Pazienza vince scienza.
Perché verrà tempo che ti pagherà.
Quel che alla donna ogni segreto fida, ne vien col tempo a far pubbliche grida.
Rosso di sera, buon tempo si spera; rosso di mattina, la pioggia si avvicina.
Sette anni di bel tempo non pagano un soldo di debito.
Tempo perduto mai non si riacquista.
Tempo rifatto di notte, se dura un giorno dura troppo (anche non val tre pere cotte).
Tempo rimesso (o rifatto) di notte, non val tre pere cotte.
Tempo verrà che il tristo varrà.
Uomo lento non ha mai tempo.



Alle tre brinate acqua o gelo aspettate.
Arcobaleno di mattina, tutto il giorno pioviggina.
Bianco cielo d'acqua è messaggero.
Bianco di mattina, buon tempo s'incammina.
Con i quarti di luna cambia il vento e la fortuna.
Dietro il lampo vien la saetta.
Dopo il giorno di tempesta vien la calma lesta lesta.
Dopo la neve, buon tempo ne viene.
Dopo tre brine l'acqua a mezzanine.
È meglio pioggia e vento che non il mal tempo.
Il bel tempo non dura sempre.
Il bel tempo non vien mai a noia.
Il buon marinaro si conosce al cattivo tempo.
Il buon tempo fa scavezzare il collo.
Il gran tempo a' gran nomi è gran veleno.
Il grano freddo di gennaio, il mal tempo di febbraio, il vento di marzo, le dolci acque di aprile, le guazze di maggio, il buon mieter di giugno, il buon batter di luglio, le tre acque d'agosto con la buona stagione, vagliono più che il tron di Salomone.


La nebbia bassa buon tempo lascia.
La predica fa come la nebbia, lascia il tempo che trova.
La tramontana la pioggia tien lontana.
Luna bianca tempo bello, luna rossa venticello.
Luna cerchiata, campagna bagnata.
Luna mercurina tutto il cielo rovina.
Luna piena di gennaio luce come il giorno chiaro.
Luna tonda spunta quando il sol tramonta.
Molta nebbia in autunno molta neve nel inverno.
Nebbia che sale pioggia matura.
Nebbia che scende il sole oscura.
Nuvola da ponente non si leva per niente.
Nuvola di montagna non bagna la campagna.
Nuvola vagante acqua non porta.
Ognuno dà la colpa al cattivo tempo.
Palma asciutta, Pasqua molle.
Pioggia d'esta' beato chi ce l'ha.
Pioggia di venerdì non dura neanche un dì.
Quando Dio vuole, a ogni tempo piove.
Quando il bue starnuta, il tempo muta.
Quando il gallo canta fuor d'ora o vuol piovere, o piove, allora il bel tempo va in malora.
Quando il tempo è diritto, non val cantare il picchio.
Quando il tempo è molle, il dente è più folle.
Quando il tempo è reale, tramontana la mattina, la sera maestrale.
Quando il tempo si muta, la bestia starnuta.
Quando la rana canta, il tempo cambia.
Quando la rondine vola male, s'avvicina il temporale.
Quando la vacca tien su il muso, brutto tempo salta suso.
Quando tira vento, non si può dir buon tempo.


Quanti giorni cominciano col sole che finiscono col mal tempo.
Rosso di mattina, la pioggia s'avvicina.
Rosso di sera, buon tempo si spera.
Se c'è vento, tre dì non dura il tempo.
Se il delfino fa festa, sta per arrivare la tempesta.
Se il sol va giù nebbioso, il giorno dopo non è piovoso.
Se il sole la neve indora, neve, neve, neve ancora.
Se lampa la scampa, se tuona la manda.
Se non rischiara di mezzodì, piove tutto il dì.
Se rannuvola sulla brina, aspetta l'acqua domattina.
Se svolazza il pipistrello, segno di tempo bello.
Se tuona e tira vento, serra l'uscio e resta dentro.
Sole che punge, presto piove.
Sole d'alta levata non è mai di durata.
Sotto la nebbia l'acqua ci regna.
Stellato cielo, mattinata di gelo.
Stelle tremule e appannate sono piogge assicurate.
Tempo e fantasia si varia spesso.
Tempo, vento, signor, donna, fortuna, voltano e tornan come fa la luna.
Tramontana scura per molto non dura.
Tre cose vuole il campo: buon lavoratore, buon seme e buon tempo.
Tre nebbie fanno una piova, due fanno una bora.
Vento da levante, acqua diluviante.
Vento di tramontana dura così: o tre o sei o nove dì.


A chi Dio non dà figliuoli, il diavolo gli dà dei nipoti.
A chi prende moglie ci voglion due cervelli.
A padre avaro (o cupido) figliuol prodigo.
Abbi pur fiorini, che troverai cugini.
Agosto, moglie mia non ti conosco.
Alla prima moglie ci si mette del suo, alla seconda si sta in capitale, alla terza si guadagna.
Alle donne che non fanno figli non ci andar né per piaceri né per consigli.
Alle nozze e a' mortori, si conoscono i parenti.
Alleva i tuoi figli poveretti, se tu li vuoi ricchi e benedetti.
All'uomo affortunato gli nasce prima la figlia.
All'uomo moglie, al putto verga.
Amici a scelta, e parenti come sono (ovvero come uno gli ha).
Babbo e mamma non campano sempre.
Basta un padre a governare cento figliuoli, e cento figliuoli non bastano a governare un padre.
Bella moglie, dolce veleno.
Ben conta la madre, ma meglio quello che ha nascere.
Bisesto o Bisestin, o la madre o il fantolin.
Casa il figlio quando vuoi e la figlia quando puoi.
Casa mia, mamma mia.
Caval di monaci, porci di mugnaio e figliuoli di vedove non han pari.
Chi batte la moglie, batte tutta la casa.
Chi compra a minuto, pasce i figliuoli d'altri e affanna i suoi.
Chi dà una giovane per moglie a un vecchio, gli dà la culla per dote.
Chi di gatta nasce sorci piglia, se non gli piglia non è sua figlia.
Chi disse figliuoli, disse duoli.
Chi è del figliuol pedante, non è furfante.
Chi fa la figliuola vezzosa, la sente avolterosa.
Chi ha bella moglie la non è tutta sua.
Chi ha buon cavallo e bella moglie, non istà mai senza doglie.
Chi ha figlioli ha doglie.
Chi ha figliuoli, tutti i bocconi non son suoi.
Chi ha mamma, non pianga.
Chi ha moglie allato, sta sempre travagliato.
Chi ha moglie, ha doglie.
Chi ha quattrini conta e chi ha bella moglie canta.
Chi ha rogna da grattare e moglie da guardare, non gli manca mai da fare.
Chi ha un figliuolo solo, lo fa matto; chi un porco, lo fa grasso.
Chi ha un sol figlio, spesso se lo ricorda.
Chi il suo figlio troppo accarezza non ne sentirà allegrezza.
Chi incontra buona moglie ha gran fortuna.
Chi la pudica moglie infedele crede, la induce a rompere la giurata fede.
Chi mena la sua moglie a ogni festa, e dà bere al cavallo a ogni fontana, in capo all'anno il cavallo è bolso, e la moglie...
Chi mi fa più di mamma, sì m'inganna.
Chi n'ha due (de' figliuoli), n'ha uno; e chi n'ha uno, non n'ha punti.
Chi non ascolta il padre in giovinezza, udirà il boia in vecchiezza.
Chi non crede alla buona madre, crede poi alla mala matrigna.
Chi non ha figliuoli, non sa che sia amore.
Chi non ha moglie ben la batte, chi non ha figliuoli, ben gli pasce.
Chi non sa cosa siano malanni e doglie,prenda marito o prenda moglie.
Chi non sa quel che sia malanno e doglie, se non è maritato, prenda moglie.
Chi piglia moglie e non sa l'uso, assottiglia le gambe e allunga il muso.
Chi piglia moglie per denaj, spesso sposa liti e guai.
Chi prende moglie perde la metà del cervello; l'altra metà se ne va in radici.
Chi prende una moglie, merita una corona di pazienza; chi ne prende due, merita una corona di pazzia.
Chi resta in casa e manda fuor la moglie, Semina roba e disonor raccoglie.
Chi risparmia il bastone fa il figlio birbone.
Chi sa ben trovar meloni, trova buona moglie.
Chi si marita con parenti, corta vita e lunghi tormenti.
Chi si marita fra i parenti,o corta vita o lunghi stenti.
Chi spera col tor moglie uscir di guai, non avrà ben mai mai mai, mai mai.
Chi toglie moglie per la roba, la borsa va a marito.
Chi vuol bella famiglia cominci dalla figlia.
Chi vuol far la bella famiglia incominci dalla figlia.
Chi vuol gastigare un matto gli dia moglie.
Chi vuol vedere il bel figliuolo, sia rinvolto nel cenciuolo.
Chi vuol vivere e star sano, dalle donne (o dai parenti) stia lontano.
Chi vuole una bella famiglia, cominci da una figlia.
Colui è mio zio che vuole il ben mio.
Come uno piglia moglie, egli entra nel pensatoio.
Comprar cavalli e tor moglie; serra gli occhi, e raccomandati a Dio.
Con la ragione della propria parte anche un figlio può correggere un padre.
Con una figliuola si fanno due generi.
Costa più un viziolo che un figliuolo.
Da' moglie al tristo, da' marito alla dolente; fatto il mercato, ognuno se ne pente.
Dàgli moglie, ed hailo giunto.
Dar retta ai genitori è lode ai figli.
Delle moglie è più dovizia che de' polli.
Di buona terra to' la vigna, di buona madre to' la figlia.
Di tre cose si rallegra il cuore: la concordia dei fratelli, l'amore dei vicini, l'accordo di marito e moglie.


Dio ti dia figliuoli, e diateli grandi.
Dire a nuora perché suocera intenda.
Doglia di moglie morta, dura fino alla porta.
Donna danno, sposa spesa, moglie maglio.
Dove vi son figliuoli non vi son parenti né amici.
E' mio zio colui che vuole il bene mio.
Esperienza, madre di scienza.
Far come padre Zappata, che predicava bene e razzolava male.
Figli d'un ventre, non tutti d'una mente.
Figlie da maritare, fastidiose da governare, ovvero, ossi duri da rosicare.
Figlie, vigne, e giardini, guardale dai vicini.
Figlio di fava e babbo di lino.
Figlio senza dolore, madre senza amore.
Figlio troppo accarezzato, non fu mai ben allevato.
Figlioli piccoli fastidi piccoli, figlioli grandi fastidi grandi.
Figliuole d'osti e caval di mugnai, non te n'impacciar mai.
Figliuole e frittelle; quante più se ne fa, più vengon belle.
Figliuoli da allevare, ferro da masticare.
Figliuoli e lenzuoli non son mai troppi.
Figliuoli matti, uomini savi.
Figliuoli piccoli, dolor di testa, fanciulli grandi. dolor di cuore.
Figliuoli piccoli, fastidi piccoli, figliuoli grandi, fastidi grandi.
Fila buolla tela chi allatta il suo figliuolo.
Guardati da tre C, cugini, cognati e compari.
I figiuoli succhiano la madre quando son piccoli, e il padre quando son grandi.
I figliuoli de' gatti pigliano i topi.
I figliuoli quando son piccoli pestano sui piè e quando son grandi pestano sul capo.
I genitori negligenti non allevano buoni figlioli.
I gran personaggi o non hanno figliuoli o non son saggi.
I parenti escon fuori di casa.
I poveri non hanno parenti.
I vicini le maritano, e il padre dà la dote.
Il contento di bella moglie poco ti dà e molto ti toglie.
Il padre deve fare la tavola tonda.
Il piacere non ha famiglia e il dolore ha moglie e figliuoli.
Il piacere non ha famiglia e il dolore ha moglie e figliuoli.
Il prim'anno che l'uomo piglia moglie, o s'ammala o s'indebita.
Il primo servigio che faccia il figliuolo al padre, è il farlo disperare.
In (o per) compagnia prese moglie un frate.
In casa d'altri loda tutti fino i figli cattivi o brutti, fino al gatto che ti sgraffigna, fino al can che ti mordigna.
La buona educazione e il denaro fanno signori i nostri figli.
La buona madre fa la buona figliuola.
La buona moglie fa il buon marito.
La casa e la moglie si godono più d'ogni altra cosa.
La condotta dei genitori é la guida dei figli.
La fatica è la madre del sapere.
La madre da fatti, fa la figliuola misera.
La madre misera fa la figlia valente.
La madre non può dire che sia suo il figliuolo finché non ha avuto il vaiuolo.
La madre pietosa fa la figliuola tignosa.
La mattina è la madre de' mestieri, e la notte de' pensieri.
La meraviglia è figlia dell'ignoranza (e madre del sapere).
La moglie del ladro non sempre ride.
La moglie è la chiave della casa.
La moglie, lo schioppo e il cane non si prestano a nessuno.
La presunzione è figlia dell'ignoranza e madre della mala creanza.
La prima è moglie, la seconda compagnia, la terza eresia.
La saviezza del marito e la pazienza della moglie fanno la pace e la felicitá delle famiglie.


La superbia è figlia dell'ignoranza.
La troppa libertá è madre di rovina.
L'agnello umile succhia le mammelle della propria madre e quelle degli altri.
Le donne son figliuole dell'indugio.
L'errore, anche se cieco, genera spesso figli con la vista.
L'estate è la madre de' poveri.
L'ignoranza é la madre della miseria.
L'ignoranza è la madre dell'impudenza.
L'impazienza è la madre della disperazione.
L'interesse è figliuolo del diavolo.
L'ozio è il padre dei vizi.
Madre che fila poco, i suoi figliuoli mostrano il culo.
Madre morta, padre cieco.
Madre vuol dire martire.
Mamma mia sempre, ricca o povera che tu sia.
Mamma, mamma, chi l'ha la chiama e chi non l'ha la brama.
Marito e figli come Dio te gli dà così te gli piglia.
Marito e moglie della tua villa, compari e comari lontan cento miglia.
Marito vecchio e moglie giovane assai figliuoli.
Marzo ha comprata la pelliccia a sua madre, e tre giorni dopo e' l'ha venduta.
Mazze e panelli fanno i figli belli.
Meglio un prossimo vicino che un lontano cugino.
Moglie e buoi dei paesi tuoi.
Moglie e ronzino pigliali dal vicino.
Moglie grassa, marito allegro; moglie magra, marito addolorato.
Moglie perfidiosa e marito pertinace, non vivono mai (o non vivono un'ora) in pace.
Molti parenti, molti tormenti.
Morte di suocera, dolor di gomito.
Mostrami la moglie, ti dirò che marito ha.
Né muli, né mulini, né compari dell'Isola (d'Elba), né moglie di Piombino.
Nel marito prudenza, nella moglie pazienza,
Non creder lode a chi suo caval vende, né a chi dar moglie intende.
Non dare i calzoni alla moglie.
Non ride sempre la moglie del ladro.
Non si può avere la botte piena e la moglie briaca.
Ogni uomo ha buona moglie e cattiva arte.
Ognun dà pane, ma non come mamma.
Ognuno è figlio delle proprie azioni.
Padre che ha figliuoli grandi, fuor li mandi.
Pan di figliuoli, pene e duoli.
Per una volta la si può fare anche a suo padre.
Pigliar moglie, suona bene e poi sa male.
Più vale un padre, che cento pedagoghi.
Poltroneria non fece mai figliuoli (o non ha eredi).
Povertà, madre di sanità.
Qual figlia vuoi, tal moglie piglia
Qual figlia vuoi, tal moglie piglia
Quale il padre, tale il figlio; qual la madre, tal la figlia.
Quando è sole e piove, il diavolo mena moglie.
Quando i vecchi pigliano moglie, le campane suonano a morto.
Quando il marito fa terra, la moglie fa carne.
Quando il padre fa carnevale, ai figlioli tocca far quaresima.
Quando il padre marita la figlia, egli ha casa e vigna; quando l'ha maritata, non ha né vigna né casa.


Quando la capra ha passato il poggiolo non si ricorda più del suo figliuolo.
Quando nascono (i figliuoli) son tutti belli, quando si maritano, tutti buoni, e quando muoiono son tutti santi.
Roma travagliata, ché chi ha bella moglie vive d'entrata.
Se il prestar fosse buono, si presterebbe anche la moglie.
Se v'è in paese una buona moglie, ciascuno crede che sia la sua.
Se vuoi che il tuo figlio cresca, lavagli i piè e rapagli la testa.
Se vuoi comprar terra a buon mercato comprala da uno spiantato, o da figliuol ch'abbia ereditato.
Secondo vuoi la famiglia, la moglie piglia.
Senza moglie a lato l'uom non è beato.
Suocera cieca, nuora avventurata.
Suocera e nuora, tempesta e gragnuola.
Tal castiga la moglie che non l'ha, che quando l'ha, castigar non la sa.
Tal susina mangia il padre che allega i denti al figliuolo.
Tale il padre, tale il figlio.
Tale il padre, tale il figlio.
Tra moglie e marito non mettere il dito.
Tre cose rovinano la famiglia: moglie giovane, legna verde e pane caldo.
Tre figlie e una madre, quattro diavoli per un padre.
Un signor che il tuo ti toglie, mal francese con le doglie, assassin che ti dispoglie, è men mal che l'aver moglie.
Una figlia, una maraviglia.
Uomo senza moglie, è mosca senza capo.
Val più un amico che cento parenti.
Vigna piantata da me, moro da mio padre, olivo dal mio nonno.
Volere la botte piena e la moglie ubriaca.



Abbia pur figli, abbia bicchieri assai, non ne avrà troppi la tua casa mai.
Ad ogni uccello, suo nido è bello.
Buono è l'amico, buono il parente, ma triste la casa dove non si trova niente.
Camera adorna, donna savia.
Casa compita avrem nell'altra vita.


Casa forte ha quattro colonne: padre valente, madre prudente, figlio obbediente, fratello compiacente.
Casa mia, casa mia, per piccina che tu sia, tu mi sembri una badia.
Casa mia, donna mia, pane e aglio vita mia.
Casa mia, mamma mia.
Casa senza amministrazione, nave senza timone.
Casa senza inquilini, nido di topi.
Chi ha la sua casa, poco gli manca.
Chi imbianca la casa, vuole affittarla.
Chi non cura sua magione, non è uomo di ragione.
Chi non ha casa non ha contrada.
Chi non ha casa non può farsi la cuccia.
Chi vuole casa netta, gente d'altri non ci metta.
Ciascuno a casa sua, muove la coda e il sedere, in casa degli altri soltanto la coda.
Dalla casa si riconosce il padrone.
È buona cosa la messa udire, ma è meglio la casa custodire.
È meglio essere il primo a casa tua, che il secondo in casa altrui.
Giusto è la Patria amar, amano anch'esse le spelonche natie le fiere stesse.
Il pane fatto in casa è sempre il più saporito.
In casa propria si fa come si vuole; in casa altrui, come si può.
In casa sua ognuno è re.


La bella gabbia non nutre l'uccello, sotto i suoi tetti è il viver più bello.
La casa e la moglie si godono più di ogni altra cosa.
La casa è sempre casa per umile che sia.
La casa va sempre male quando la donna porta i calzoni e l'uomo il grembiule.
Lontan da casa sua, vicino a qualche disgrazia.
Magari male, ma a casa sua.
Nella casa dove c'è un buon dottore o un ricco prete, non si sente né fame né sete.
Nessuno può indovinare quanto costi impiantare una casa o una vigna.
Niente è più bello di casa nostra.
Non vi è pace in quella casa dove la gallina canta e il gallo tace.
Ogni uccello fa festa al suo nido.
Per Pasqua e per Natale, nessuno lascia il suo casale.
Più vale il fumo di casa mia, che l'arrosto dell'altrui.
Quando la casa brucia, tutti si scaldano.
Quando uno è stato a casa del diavolo, sa ciò che vi avviene.
Se vuoi guardar la casa, fa' un uscio solo.
Una buona donna in casa è la miglior cassa di risparmio.
Una casa senza donna è come una lanterna senza lume.



A chi troppo ride gli duole il cuore.   
Al cuore non si comanda.   
Alla vista si conosce il cuore.   
Ama chi t'ama, e chi non t'ama lascia; chi t'ama di buon cuore stringi e abbraccia.   
Amor nuovo va e viene, amore vecchio si mantiene.
Amor vuol fede e fede vuol fermezza. 
Amore e signoria non soffrono compagnia.
Amore onorato, né vergogna né peccato. 
Chi soffre per amore non sente pene.
Contro amore non è consiglio.
Crudeltà consuma amore.
Grande amore, grande dolore.
I primi amori sono i migliori.
Il primo amore non si scorda mai.
La prova migliore dell'amore è la fiducia.
La tavola e il letto mantien l'affetto.
L'amore a nessuno fa onore, a tutti fa dolore.
L'amore di carnevale muore in quaresima.
L'amore di soldato non dura un'ora: dove va, egli trova la sua signora.
L'amore è cieco.


L'amore presto o tardi si svela dagli sguardi. 
Nella guerra d'amore vince chi fugge.
Non c'è amore senza amaro.
Ogni amore ha la sua pena.
Per non litigare occorre rimanere celibi.
Quando si ama, anche i sassi diventano stelle.
Scalda più amore che mille fuochi.
Se ne vanno gli amore. restano i dolori.
Spesso nei matrimoni la dote eccessiva reca danno.
Anima, Bacio, cuore: l'ABC dell'amore.
Bacio di bocca spesso cuor non tocca   
Bella faccia il cuore allaccia.   
Chi ha quattrini, non ha cuore.   
Chi non ama, non ha cuore.   
Chi perde la roba perde molto, ma chi perde il cuore perde tutto.   
Ciò che il cuore pensa, la lingua dice.   
Cuore malato non sente ragione.   
Da un cuore di coniglio non andare mai per un consiglio   
È meglio un dolor di tasca che di cuore.   
Figliuoli piccoli, dolor di testa, fanciulli grandi dolor di cuore.   
I baci mettono a nudo il cuore e vestono l'amore.
I saggi hanno la bocca nel cuore, e i matti il cuore in bocca   
Il bacio fa più giovane il cuore e cancella l'età.
Il cuore de' bricconi è un mare in burrasca.   
Il cuore è il primo che vive e l'ultimo che muore   
Il cuore felice rende lieto l'aspetto, il cuore in pena abbatte lo spirito.   
Il cuore ha forma di un'urna. E' un vaso sacro pieno di segreti.   
Il cuore ha le sue ragioni e non intende ragione   
Il cuore ha le sue ragioni, che la ragione non conosce.   
Il cuore non sbaglia   
Il cuore non si vede.   
Il giocatore ha il diavolo in cuore.   
Il riso fa cuore.   
La felicità risiede nel cuore e sulla bocca della donna amata.
La lima del rancore lenta consuma il cuore   
La ragione si fa adulta e vecchia; il cuore resta sempre ragazzo.   
L'abito della vedova mostra il passato, gli occhi piangono il presente, e il cuore va cercando l'avvenire.
L'adulatore ha il miele in bocca e il fiele nel cuore   
L'amore chiede amore, e la benevolenza benevolenza; sono chiamate al nostro cuore che deve a quelle rispondere.   
L'amore detta, il bacio scrive i segreti del cuore.


L'arte fa i versi, ma solo il cuore è poeta.   
Le lacrime alleggeriscono il cuor   
L'intelletto cerca, ma chi trova è il cuore.   
Lontan dagli occhi, lontan dal cuore   
Mal si balla bene se dal cuore non viene   
Mano fredda, cuor sincero   
Mettere una pulce nelle orecchie vale mettere un sospetto in cuore altrui.   
Non tutte le lacrime vengono dal cuore   
Occhio non vede, cuore non sente   
Ogni cuore ha il suo dolor   
Per il povero tutti i giorni son tristi, per il cuore felice è festino perenne   
Più un cuore è vuoto e più pesa.   
Più vale il cuore che il sangue.   
Quel che l'occhio non vede, cuore non crede   
Se occhio non mira, cuor non sospir   
Segui il tuo cuore.   
Speranza lunga, infermità di cuore   
Un cuore lieto e forte vince l'amara sorte   
Vi è anche un bacio che dà  un senso di timore al cuore.
Vuoi tu un cuore smascherare? sappilo ben lodare. 


Al bisogno si conosce l'amico.
Ama l'amico tuo col vezzo e col vizio suo.
Amici a scelta, e parenti come sono (ovvero come uno gli ha).
Amici cari e borsa del pari.
Amici cari, patti chiari, e borsa del pari.
Amici da starnuti, il più che tu ne cavi è un Dio t'aiuti.
Amici di buon giorno, son da mettere in forno.
Amici di profferta assai si trova.


Amici e muli falliscono nell'adoprarli.
Amici invan cerchiam che sian perfetti, io sopporto i tuoi, tu sopporta i miei difetti.
Amici, oro, e vin vecchio son buoni per tutto.
Amicizia da bagno, dura pochi dì.
Amicizia di genero, sole d'inverno.
Amicizia di grand'uomo e vino di fiasco, la mattina è buono e la sera è guasto (e anche Amor di servitore o di donna e vin di fiasco ecc.).
Amicizia riconciliata è una piaga mai saldata.
Amicizia stretta dal vino non dura da sera a mattino.
Amico beneficato, nemico dichiarato.
Amico certo, si conosce nell'incerto.
Amico di buon tempo mutasi col vento
Amico di montagna chi lo perde vi guadagna.
Amico di tutti e di nessuno, è tutt'uno.
Amico di ventura niente vale (o briga) e poco dura.
Amico e vino vogliono essere vecchi.
Amico mio cortese, secondo le entrate, fate le spese.
Amico riconciliato e non vendicato, è bastone dopo (o dietro) l'uscio.
Amico vecchio e casa nuova.
Batti il villano, e saratti amico.
Buona amistà è un altro parentà.
Buono è l'amico e buono il parente, ma trista la casa dove non si trova niente.
Calamità scopre amistà.
Casa di terra, caval d'erba, amico di bocca, non vagliono il piede d'una mosca.
Cattivo amico, pessimo marito.
Chi cade in povertà, perde ogni amico.
Chi dà a credenza spaccia assai, perde l'amico e denar non ha mai.
Chi è diverso nell'oprare, non può molto amico stare.
Chi è gran nemico, è anche grande amico.
Chi è misero mendico provi tutti e poi l'amico.
Chi è misero o mendico, provi tutti e poi l'amico.
Chi manca a un sol amico, molti ne perde.
Chi non ha amico o germano, non ha forza in braccio né in mano.
Chi non sa fingersi amico, non sa essere nemico.
Chi offende l'amico non la risparmia al fratello.
Chi sempre prende e niente dona, l'amore dell'amico lo abbandona.
Chi sta fermo in casi avversi, buon amico può tenersi.
Chi trova un amico trova un tesoro.
Chi visita nelle nozze e non nell'infermità, non è amico in verità.
Chi vuol conservare un amico, osservi tre cose: l'onori in presenza, lo lodi in assenza, l'aiuti ne' bisogni.


Chi vuol fare onore all'amico, ciccia di troja e legna di fico.
Chi vuole amici assai, ne provi pochi.
Chi vuole conservare un amico, l'onori in presenza, lo lodi in assenza, l'aiuti nel bisogno.
Cogli amici non bisogna andar co' se in capo.
Con ognun fa' patto, coll'amico fanne quattro.
Cuor sincero, amico vero.
Dagli amici mi guardi Iddio, ché dai nemici mi guardo io.
Di' all'amico il tuo segreto, e' ti terrà il piè sul collo.
Donna che ha molti amici, ha molte lingue mordaci.
Dove due amici si incontrano Dio fa da terzo.
Dove due amici s'incontrano, Dio gli fa da terzo (o v'entra per terzo).
Dove vi son figliuoli non vi son parenti né amici.
E' bene aver degli amici per tutto.
e l'amico un muro, ma che abbia il suo uscio.
E' male amico chi a sé è nemico.
Esempi e benefici fanno gli amici.
Essere l'amico del giaguaro.
Gli amici e gli avvisi aiutano fare le faccende.
Gli amici hanno la borsa legata con un filo di ragnatela.
Gli amici sono buoni in ogni piazza.
Grande amicizia genera grand'odio.
I falsi amici corrono con le lepri e cacciano con i cani.
I libri parlano allo spirito, gli amici al cuore, il cielo all'anima e tutto il resto agli orecchi.
I libri, come gli amici, devono essere pochi ma buoni.
I veri amici son come le mosche bianche.
Il Francese per amico, ma non per vicino, se tu puoi.
Il nemico, pensa che può diventarti amico.
In casa dell'amico ricco sempre ammonito; in quella dell'amico povero, sempre lodato.
In tempo de' fichi non si hanno amici.
La fortuna fa le amicizie e la disgrazia le prova.
La musica ne' dissimili, e l'amicizia ne' simili.
L'amicizia è una fortuna se è nata in "buona" luna.
L'amicizia si dee sdrucire, non istracciare.
L'amicizia si fanno in prigione.
L'amico accenna e non balestra.
L'amico certo si conosce nell'incerto.
L'amico dev'essere come il denaro.
L'amico di ventura molto briga e poco dura.
L'amico non è conosciuto finché non è perduto.
Le amicizie devono essere immortali, e le inimicizie mortali.
L'oro s'affina al fuoco e l'amico nelle sventure.
Meglio perder l'amico che un bel detto.
Mercanzia non vuole amici.
Montanini e gente acquatica, amicizia e poca pratica.
Né amico riconciliato, né pietanza due volte cucinata.
Ne' pericoli si vede chi d'amico ha vera fede.
Nel bisogno si riconosce il vero amico.
Nel volerti giovar, lo stolto amico ti nuoce più d'ogni crudel nemico.
Nelle corti, la carità è tutta estinta, né si trova amicizia se non finta.
Non c'è miglior specchio dell'amico vecchio.
Non c'è schiavo più legato, che all'amico l'obbligato.
Non è amico in verità chi ti visita nelle nozze e non nelle infermità .
Ognuno è amico di chi ha buon fico.
Parla all'amico come se avesse a diventar nemico.
Patti chiari, amici cari (oppure amicizia lunga).
Peggio è l'invidia dell'amico che l'insidia del nemico.
Per amistà conservare, muri bisogna piantare.
Per far un amico basta un bicchier di vino, per conservarlo è poca una botte.
Per un bel detto si perde un amico.


Prima di scegliere l'amico bisogna averci mangiato il sale sett'anni.
Quando il villano è sul fico, non conosce né parente né amico.
Quattrini e amicizia rompon le braccia alla giustizia.
Ricco, nobile e dotto come sei, io non ti voglio fra gli amici miei .
Se trovi un amico nuovo non obliar l'antico.
Se vuoi che l'amicizia si mantenga fai che un paniere vada e l'altro venga.
Se vuoi che l'amicizia si mantenga, che una sporta vada e che un'altra venga.
Servire e non gradire, aspettare e non venire, stare a letto e non dormire, aver cavallo che non vuol ire e servitore che non vuole obbedire, esser in prigione e non poter fuggire, essere ammalato e non poter guarire, smarrir la strada quando un vuol ire, stare alla porta quando un non vuol aprire, avere un amico che ti vuol tradire, son dieci doglie da morire.
Si può vivere senza fratelli ma non senza amici.
Si sta più amici a stare un po' lontani.
Sol di parole amico, non vale un fico.
Trova un amico e troverai un tesoro, dice la Bibbia e son parole d'oro.
Un buon libro è un buon amico.
Un nemico è troppo e cento amici non bastano.
Una berretta manco o più, è un quattrino di carta l'anno, poco ti costano, e amici ti fanno.
Val più avere amici in piazza, che danari nella cassa.
Val più un amico che cento parenti.
Vuol dire: lasciarsi la sua libertà, ciascuno; fabbricare fra te.


A chi fa la casa la borsa resta rasa.
A quattrino a quattrino si fa il fiorino.
Amor fa molto, il denaro fa tutto.
Armi e denari vogliono buone mani.
Chi fa mercanzia e non la conosce, i suoi denari diventan mosche.
Chi ha denari assai, fabbrica; chi n'ha davanzo, dipinge.
Chi ha denari da recuperare, molte gite ha da fare.
Chi ha denari e prati, non son mai impiccati.
Chi ha orecchie intenda, chi ha denaro spenda.
Chi l'uomo soccorre in povertà ridotto, presta il denaro a Dio con grosso frutto.
Chi non ha denari non faccia all'amore.
Chi non ha denari non vada al mercato.


Chi non ha denari, scartabella.
Chi non ha denaro in borsa, abbia miele in bocca.
Chi pochi soldi ti ha rubato ieri, domani ti vuoterà casse e forzieri.
Col denaro (o con l'oro) tutto si compra.
Denari di gioco, oggi te li do, domani te li tolgo.
Denari e fanciulli bisogna ben custodirli.
Denari e santità, metà della metà.
Denaro fatto senza stento se va come il vento.
Denaro sepolto non fa guadagno.
È meglio spendere i soldi dal macellaio che dal farmacista.
Gli errori dei medici li ricopre la terra, quelli dei ricchi il denaro.
Guardalo bene, guardalo tutto, l'uomo senza denaro com'è brutto.
I denari non bastano, bisogna saperli spendere.
I denari son come le brache degli stufaioli; cuoprono le vergogne.
I denari sono tondi e ruzzolano.
I denari vengono di passo e se ne vanno al galoppo
Il denaro è come il letame, il quale a nulla serve se non lo spandi.
Il denaro è di cattiva natura perchè acceca ogni creatura.
Il denaro è un buon servo e un cattivo padrone.
Il denaro è un compendio del potere umano.
Il denaro in tasca al giovane é un coltello in mano al fanciullo.
Il quattrino fa cantare il cieco.
Il tempo è moneta (o denaro).
La buona educazione e il denaro fanno signori i nostri figli.
La fortuna, il fatto, e il destino, non vagliono un quattrino.
La massaia che attende a ca', guadagna cinque soldi, e non lo sa.
La pecunia se la sai usare è ancella, se no è donna.
L'amico dev'essere come il denaro.
Lettere in carta, denari in arca.


Non c'è denaro che paghi la libertà.
Non è ricco chi il denaro tiene chiuso, ma chi lo spende per farne buon uso.
Non il denaro, ma l'uso del denaro è lodevole.
Ottone, rame e stagno, assai denari e poco guadagno.
Pazienza, tempo e denari acconciano ogni cosa. Pazienza vince scienza.
Pochi denari e molto onore.
Quanto minor bisogno ha di denaro, tanto piú gode averne il vecchio avaro.
Quattrino risparmiato, due volte guadagnato.
Ricchezza fa gentilezza.
Sapienza di pover uomo, bellezza di p... e forza di facchino non valgono un quattrino.
Se le donne fossero d'oro, non varrebbero un quattrino.
Tale dà un consiglio altrui per uno scudo, che nol torrebbe per un quattrino.
Una berretta manco o più, è un quattrino di carta l'anno, poco ti costano, e amici ti fanno.
Una ghirlanda costa un quattrino, e non istà bene in capo a ognuno.
Uomo senza quattrini è un morto che cammina. 
Val più aver due soldi di minchione che di molti: bravo.



A chi non piace il vino, il Signore faccia mancare l'acqua.
A chi piace il bere, parla sempre di vino.
A Natale, mezzo pane; a Pasqua, mezzo vino.
A San Martino (11 novembre) ogni mosto è vino, (o è vecchio ogni vino).
A san Martino ogni mosto è vino.
Alle volte più vale la feccia che il vino.
Amici, oro, e vin vecchio son buoni per tutto.
Amicizia di grand'uomo e vino di fiasco, la mattina è buono e la sera è guasto (e anche Amor di servitore o di donna e vin di fiasco ecc.).
Amicizia stretta dal vino non dura da sera a mattino.
Amico e vino vogliono esser vecchi.
Anche il vino c'ha la muffa, s'impara a bere.
Bellezza senza bontà è come vino svanito
Beva la feccia chi ha bevuto il vino.
Bevi del buon vino e lascia andare l'acqua al mulino.
Biada di mugnaio, vin di prete e pan di fornaio, non fare a miccino.
Buon vino fa buon sangue.
Buon vino, tavola lunga.
Buona frasca e cattivo vino.
Chi compra pane al fornaio, legna legate e vino al minuto, non fa le spese a sé ma ad altri.
Chi ha buon pane e buon vino, ha troppo un micolino.
Chi ha buon vino in casa, ha sempre i fiaschi alla porta.
Chi ha buona cantina in casa non va pel vino all'osteria .
Chi ha pane e vino, sta me' che il suo vicino.
Chi semina buon grano, ha poi buon pane; chi semina il lupino, non ha né pan né vino.
Chi vuol vin dolce non imbotti agresto.
Chi vuole tutta l'uva non ha buon vino.
Con una bacchetta d'oro si può spillar vino da una roccia.


Da cattivo debitore, o aceto o vin cercone.
Del vino il primo, del caffè il secondo, della cioccolata il fondo.
Di settembre e d'agosto, bevi il vin vecchio e lascia stare il mosto.
Dir pane al pane e vino al vino.
Donna e vino, imbriaca il grande e il piccolino.
D'ottobre il vino nelle doghe.
Dove regna il vino non regna il silenzio.
È l'ignoranza e sono i pregiudizi, difesa e scudo ai piú nefasti vini.
È meglio vin torbo che acqua chiara.
Femmine, vino e cavallo, mercanzia di fallo.
Guardati da aceto di vin dolce.
Gusto guasto è come vin da fiasco.
Il buon vino fa gromma e il cattivo muffa.
Il buon vino non ha bisogno di frasca (o di frasche).
Il cuore è come il vino: ha il fiore a galla.
Il panno al colore, il vino al sapore.
Il vin nel fiasco non cava la sete di corpo.
Il vino che si pasteggia non imbriaca.
Il vino di casa (o il vino che si pasteggia) non imbriaca.
Il vino è buono per chi lo sa bere.
Il vino è la poppa (o il latte) dei vecchi.
Il vino è mezzo vitto.
Il vino fa ballare i vechi.
Il vino fa dire la verità.
Il vino in casa non ubriaca.
Il vino nel sasso, ed il popone nel terren grasso.
In questo mondo meschino, quando si ha tanto per il pane, non si ha tanto per il vino.
La botte dà del vino che ha.
La buona cantina fa il buon vino.


La nebbia di marzo non fa male, ma quella d'aprile toglie il pane e il vino.
L'acqua fa male e il vino fa cantare.
Latte e vino ammazza il bambino.
Latte sopra vino è veleno.
Mercante di vino, mercante poverino; mercante d'olio, mercante d'oro.
Milan può far, Milan può dir, ma non può far dell'acqua vin.
Nel monte di Brianza, senza vin non si danza.
Nella botte piccola ci sta il vin buono.
Nelle botti piccole ci sta il vino buono.
Nelle lunghe fatiche della state il migliore conforto ed aiuto è il vino.
Non domandare all'oste se ha buon vino.
Non giudicar l'uomo nel vino, senza gustarne sera e mattino.
Non si cava mai la sete, se non col proprio vino.
Non ti mettere in cammino, se la bocca non sa di vino.
Ogni vin fa tartaro.
Omo da vino, dieci per un duino; donna da vino, cento per duino.
Pan Padovano, vin vicentino, carne furlana, trippe trivigiane.
Pane finché dura, ma il vino a misura.
Per far un amico basta un bicchier di vino, per conservarlo è poca una botte.
Poca uva, molto vino; poco grano, manco pane.
Poco vino vende vino, molto vino guarda vino
Poco vino vendi al tino; assai mosto serba a agosto.
Prodigo e bevitor di vino, non fa né forno né mulino.
Putto in vino e donna in latino, non fece mai buon fine.
Quando il capello tira al bianchino, lascia la donna e tienti il vino.
Scherza sul vento greco e sul vin greco.
Se d'aprile a potar vai, contadino, molt'acqua beverai e poco vino.


Se di febbraio corrono i viottoli, empie di vino e olio tutti i ciottoli.
Un po' di vino lo stomaco assesta, offende il troppo vin stomaco e testa.
Vangami nella polvere, incalzami nel fango, io ti darò buon vino.
Vigna al nugolo fa debol vino.
Vin battezzato non vale un fiato.
Vino amaro, tienilo caro.
Vino di fiasco la sera buono, la mattina guasto.
Vino non è buono che non rallegra l'uomo.


Gennaio

A San Sebastiano (20 gennaio) l'estate è ancor lontano.
A Sant'Agnese (21 gennaio) la lucertola per il maggese.
A Sant'Agnese (21 gennaio) la lucertola per la siepe.
Da Sant'Agnese (21 gennaio) mezzo fieno e mezze spese.
Dell'inverno non me ne curo, purché San Paolo (25 gennaio) non faccia scuro.
Di Befana (6 gennaio) la rapa è vana.
Di Pasqua Epifania (6 gennaio) il vento se ne va via.
Dopo l'Epifania (6 gennaio) il sole indugia sulla via.
I segni del nuovo anno i giorni di San Paolo (25 gennaio) te li diranno.
La luna di gennaio è la luna del vino.
La luna di gennaio fa luce come giorno chiaro.
La Pasqua Epifania (6 gennaio) tutte le feste porta via.
L'Epifania (6 gennaio) il più gran freddo che ci sia.
L'uva di Capodanno (1 gennaio)  non portò mai danno.
Per San Sebastiano (20 gennaio) la neve cade piano piano.
Per San Sebastiano (20 gennaio) un'ora in più abbiamo.
Per Sant'Adriano (9 gennaio) neve ai monti e al piano.
Per Sant'Antonio (17 gennaio) il freddo ha più unghie del demonio.
Per Sant'Antonio Abate (17 gennaio) maschere e serenate.
San Paolo (25 gennaio) chiaro, paglia e grano.
Sant'Antonio (17 gennaio) dalla barba bianca, se non nevica poco ci manca.
Se non piove a San Feliciano (24 gennaio), vale più il sacco che il grano.
Se per San Paolo (25 gennaio) è sereno abbondanza avremo.



Febbraio

A febbraio, il sole in ogni ombraio.
A Madonna candelora [2 febbraio] dall'inverno siamo fora.
A San Valentino la primavera è vicina.
Candelora (2 febbraio) in foglia, Pasqua in neve.
Candelora al solicello, siamo solo a mezzo inverno.
Candelora scura dell'inverno non si ha paura.
Candelora, se tempesta se gragnola, dell'inverno semo fora.
Chi vuol ammazzare la moglie, la meni al sol di febbraio.
Chi vuol di avena un granaio la sémini di febbraio.
Chi vuol un bel pagliaio lo pianti di febbraio.
Chi vuole un buon erbaglio, lo semini a febbraio.
Da San Valentino (14 febbraio) governa l'orticino.
Febbraietto corto e maledetto.
Febbraio corto e amaro.
Febbraio corto, peggio d'un turco.
Febbraio è il mese in cui le donne parlano poco.
Febbraio ferra l'acquaio.
Febbraio nevoso, estate gioiosa.
In febbraio la beccaccia fa il nido.
In febbraio la terra è in calore.
La pioggia di febbraio empie il granaio.
Neve di febbraio, mezzo letamaio.
Non c'è Carnevale senza luna di Febbraio.
Non si fa un buon carnevale, se non c'è la luna di febbraio.
Per la Santa Candelora o la neve o la bora.
Per San Biagio (3 febbraio), il Mitrato, il freddo è andato.
Per San Valentino (14 febbraio) la primavera sta vicino.
Per San Valentino fiorisce lo spino.
Per San Valentino l'allodola fa il nidino.
Pota e zappa nel febbraio, se vuoi l'uva nel panaro.
Sant'Agata (5 febbraio): la terra rifiata e la merenda è ritrovata.
Sant'Agata conduce la festa a casa.
Se ci sono le mosche in febbraio, bisogna scaldarsi le orecchie a marzo.
Se febbraio non febbreggia, marzo campeggia.
Se febbraio non isferra, marzo mal pensa.
Se nevica il dieci di febbraio, l'inverno si accorcia di quaranta giorni.
Se nevica per la Candelora, sette volte la neve svola.
Ti dice San Biagio (3 febbraio) nei pensieri vai adagio.


Marzo

Dicembre fa gli agnelli, marzo ne vuol le pelli.
Fino alla vergine Annunziata (25 marzo) ogni erba fa insalata.
Luna calante marzolina fa nascer l'insalatina.
Marzo pazzerello, se c'è il sole, porta l'ombrello.
Marzo ventoso frutteto maestoso.
Per l'Annunciata (25 marzo) la rondine è tornata.
Per l'Annunciazione (25 marzo) torna la rondine e il rondone.
Per l'annunziata (25 marzo) la spiga è nata.
Per san Benedetto (21 marzo), la rondine è sotto il tetto.
Per santa Annunziata (25 marzo) nasce l'erba che non è nata.
San Giuseppe (19 marzo) frittellaio è un dì per metà festaio.
Sotto la luna marzolina nasce l'insalatina.
Uva marzolina non andrà in cantina.



Aprile


A San Marco (25 aprile) le vacche passano il varco.
Acqua di San Giorgio (23 aprile) carestia di fichi.
Al 5 d'aprile (San Vincenzo)  il cucù deve venire.
Aprile sparagiaio, maggio cerasaio.
Ogni goccia d'aprile vale mille lire.
Per Santa Caterina (29 aprile) le vacche alla cascina.
Per un cocomero come un barile, seminalo il primo giovedì d'aprile.
Poni la zucca d'aprile, verrà grossa come un barile.
San Marco (25 aprile) bagnato porta il fieno sul selciato.
San Marco Vangelista (25 aprile),  maggio alla vista.
San Vincenzo (5 aprile) chiaro, assai grano scuro, pane nessuno.
Se marzo butta erba, aprile butta merda.
Se per san Marco (25 aprile) goccia lo spirito, abbondanza di vino.
Se tagli un cardo d'aprile, ne nascono mille.


Maggio

A san Bernardino (20 maggio) la fioritura del lino.
A San Cataldo (10 maggio) esce il freddo ed entra il caldo.
Chi pota di maggio e zappa d'agosto, non raccoglie né pane né mosto.
Di maggio ciliege per assaggio.
Fango di maggio spighe d'agosto.
Fino a Sant'Ubaldo (16 maggio) il freddo lotta con il caldo.
Fino all'Ascensione (metà maggio) non lasciare il tuo giubbone.
Maggio fresco e ventoso rende l'anno ubertoso.
Maggio ortolano, molta paglia e poco grano.
Non trascurare nel mese di maggio di provvedere legna e foraggio.
Per l'Ascensione (metà maggio) una spiga per cantone.
Per Santa Rita (22 maggio) ogni rosa è fiorita.
Se di maggio rasserena si avrà la spiga piena.
Se piove per l'Ascensione ogni cosa va in perdizione.

Giugno

A San Vito (15 giugno) il castagno è incardito.
Acqua di giugno rovina il mugnaio.
Da San Giovanni (24 giugno) il succo entra nell'uva.
La guazza di San Giovanni (24 giugno) cura tutti i malanni.
La vigilia di San Giovanni (23 giugno) piove tutti gli anni.
Per San Barnaba (11 giugno) l'uva viene e il fiore va.
Per San Giovanni (24 giugno) si svellon le cipolle e gli agli.
Per San Paolino (22 giugno) c'è il grano e manca il vino.
Per San Pietro (29 giugno) il villano ha falce in mano.
Per San Pietro (29 giugno) o paglia o fieno.
Per San Vittorino (8 giugno) ciliege a quattrino.
Quando piove per San Vito (15 giugno), il raccolto dell'uva va fallito.
San Giovanni (24 giugno) mietitore, San Pietro (29 giugno) legatore.
Se piove per San Vito (15 giugno), il vino se ne è ito.


Luglio

A San Bonaventura (15 luglio) s'è finito di mietere in pianura.
A Santa Marta (29 luglio) s'attacca la luce sotto la cappa.
Per San Pietro (30 luglio) se piove e fa gragnola, la durata è men di un'ora.
Per Santa Cristina (24 luglio) di mattina l'aria è fina.
Per Santa Cristina (24 luglio) la sementa della saggina.
Per Santa Maddalena (22 luglio) la noce -e la nocciola- è piena.
Per Santa Maddalena (22 luglio) si taglia l'avena.
Per Sant'Anna (26 luglio) entra l'anima nella castagna.
San Giacomo (25 luglio) con i tetti bagnati, del vin siamo privati.
San Giacomo (25 luglio) dei meloni.
Se piove per Sant'Anna (26 luglio), l'acqua diventa manna.


Agosto

A Sant'Agostino (28 agosto), la testa sul cuscino
A volte si crede di trovare il sole d'agosto e si trova la luna di marzo.
Agosto annunzia l'inverno.
Agosto, moglie mia non ti conosco.
Al primo d'agosto, le anitre si mettono arrosto.
Alla prima acqua d'agosto cadon le mosche, quella che vi rimane morde come un cane.
Alla prima acqua d'agosto il caldo s'è riposto.
Alla prim'acqua d'agosto, pover uomo ti conosco.
Chi dorme d'agosto, dorme a sue spese.
Chi si ammala d'agosto si ammala a suo costo.
Chi va all'acqua d'agosto, non beve o non vuol bere il mosto.
Chi vuol aver del mosto, zappi le viti d'agosto.
Da San Bartolomeo (24 agosto) la rondine va con Dio
Da San Lorenzo (10 agosto) se sbrancia i granturchi.
Dal primo d'gosto le anitre si mettono arrosto.
Il sole d'agosto inganna la massaia nell'orto.
In agosto il sole tramonta prima.
La pioggia di san Bartolomeo serve solo a lavare i piedi.
La prima pioggia d'agosto fa fuggire pulci e mosche.
Per Ferragosto (15 agosto) piccioni e anitre arrosto.
Per il Perdon (2 agosto) si mette la zappa in un canton.
Per la Madonna d'agosto, si rinfresca il bosco.
Per San Donato (7 agosto) l'inverno è nato.
Per San Rocco (16 agosto) la rondine fa fagotto.
Per Santa Chiara (11 agosto) ogni goccia una quartana.
Per Santa Maria (15 agosto) il marrone fa la cria
Quando piove d'agosto, piove miele e piove mosto.
San Lorenzo (10 agosto) asciuga i rivi.
San Lorenzo (10 agosto) l'innocente, mille fuochi in cielo accende.
Se piove a San Ponziano (13 agosto), il vino costa meno del grano.
Se vuoi buona rapa che per Santa Maria (15 agosto) sia nata.


Settembre

A San Matteo (21 settembre) tanto è la notte tanto il die.
Per San Cipriano (16 settembre) semina in costa e semina in piano.
Per San Cosma e San Damiano (26 settembre) ogni male stia lontano.
Per San Michele (29 settembre) l'uva è come il miele.
Per Santa Croce (14 settembre) la pertica sul noce.
Per Santa Croce (14 settembre) pane e noce.
San Matteo (21 settembre) addolcisce i grappoli.

Ottobre

A San Francesco (4 ottobre) arriva il tordo e il fresco.
All'Ave Maria (per S.Pietro d'Alcantara, 19 ottobre), o a casa o per la via.
O molle o asciutto, per San Luca (18 ottobre) semina tutto.
Per San Francesco (4 ottobre) la nespola al cesto.
Per San Luca (18 ottobre) cava la rapa e metti la zucca
Per San Luca (18 ottobre) la merenda è perduta.
Per San Simone (28 ottobre) il galletto si fa cappone.
Per San Simone (28 ottobre) la nespola si ripone.
Per Santa Reparata (8 ottobre) ogni oliva è inoliata.
Per Santa Teresa ( 15 ottobre) prepara la tesa.
Per Santa Teresa (15 ottobre) si semina a distesa.
San Francesco (4 ottobre) dopo il caldo viene il fresco.
Se piove avanti la messa prima (per San Simeone, 8 ottobre), piove tutta la mattina.

Novembre

A Sant'Andrea (30 novembre) la neve è per la via.
Da San Martino (11 novembre) l'inverno è in cammino.
Da Santa Caterina (25 novembre) il freddo si raffina.
L'estate di San Martino (11 novembre) dura tre giorni e un pochino.
Novembre va in montagna e abbacchia la castagna.
Oca castagne e vino per festeggiare San Martino (11 novembre).
Per i morti (2 novembre) la neve negli orti.
Per i santi (1 novembre) la neve è per i campi.
Per ogni santi (1 novembre) mantello e guanti.
Per San Clemente (23 novembre) l'inverno mette un dente.
Per san Clemente (23 novembre) smetti la semente.
Per san Graziano (18 novembre) c'è il vino e manca il grano.
Per San Graziano (18 novembre) si semina a piena mano.
Per San Martino (11 novembre) si buca la botte del miglior vino.
Per San Martino (11 novembre) si mangia la castagna e si beve il buion vino.
Per Santa Caterina (25 novembre) la neve si avvicina.
Per Santa Caterina (25 novembre) o neve o brina.
Per Santa Caterina (25 novembre) tira fuori la fascina.
Per Sant'Omobono (13 novembre) o neve o tempo buono.
Prima o dopo i morti (2 novembre) la burrasca è alle porte.
Sant'Andrea (30 novembre) porta o neve o bufera.

Dicembre

A Natale (25 dicembre) freddo cordiale.
A San Gaziano (18 dicembre) lo scaldino in mano.
A San Nicola di Bari (6 dicembre), la rondine passa i mari.
A San Silvestro (31 dicembre) la neve alla finestra. 
A Santa Barbara (4 dicembre) sta' intorno al fuoco e guardalo.
Chi si rinnova per Maria (8 dicembre), scampa la malatia.
Da Natale (25 dicembre) in là il freddo se ne va.
Da Santa Lucia (13 dicembre) il freddo si mette in via.
Da Santa Lucia a Natale il dì s'allunga quanto un passo di cane.
Natale (25 dicembre) al balcone, Pasqua al tizzone.
Natale (25 dicembre) in pantanella, Pasqua in polverella.
Per San Nicolò di Bari (6 dicembre), festa o non festa, a scuola non si resta.
Per San Tommé (29 dicembre) piglia il porco per lo pié.
Per Santa Bibiana (2 dicembre), scarponi e calza di lana.
San Silvestro (31 dicembre) l'oliva nel canestro.
Se piove per Santa Bibiana (2 dicembre) dura quaranta dì e una settimana.
Se San Damaso (11 dicembre) venerate, sarete in pace con chi amate.

Impariamo italiano!