L'accordo del participio passato è:
- obbligatorio, quando questo è costituito dai pronomi diretti atoni di terza persona lo, la, li, le e con ne: ho visto dei libri interessanti e li ho comprati; devo comprare una camicia; ne ho viste alcune molto belle;
- facoltativo, ma abbastanza diffuso, con i pronomi atoni oggetto non di terza persona: Marco ci ha salutati (o ci ha salutato); scusatemi, non vi avevo visti (o non vi avevo visto);
- raro (e caratteristico di un registro letterario o elevato) quando il complemento oggetto non è un pronome atono (ho mangiata una mela). Questo tipo di accordo è appena più frequente quando l'oggetto è costituito dal pronome relativo che (i libri che ti ho regalati).
La grammatica consente (non obbliga) di concordare il participio dei verbi transitivi con il complemento oggetto, quando questo precede il verbo. È giusto dunque dire: "Le lettere che ho scritte", "Le cose che ho viste", "Ho letto i libri che mi hai prestati". Va da sé che non costituiscono errore le forme corrispondenti non concordate ("Le lettere che ho scritto" ecc.). La stessa cosa accade per i verbi riflessivi apparenti: si può dire "mi sono lavato le mani" o "mi sono lavate le mani".
C'è un unico caso in cui il participio va concordato obbligatoriamente con l'oggetto. Ciò avviene quando il complemento oggetto è costituito dai pronomi atoni "lo", "la", "li": "Mi hai portato i libri? Sì, te li ho portati". Con le particelle "mi", "ti", "ci", "vi" in funzione di complemento oggetto l'obbligo di concordanza è facoltativo.
È ugualmente corretto dire, parlando di una ragazza, "ti ho visto" come "ti ho vista".
Rino de Rienzo
http://www.corriere.it/Rubriche/Scioglilingua/scioglilingua041002.shtml
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