domenica 14 settembre 2025

La locuzione "fatto sta che" ha un valore enfatico e rafforzativo: serve per esprimere un’opinione, una constatazione, un’affermazione o un giudizio in maniera più incisiva e decisa.


Si utilizza quando si vuole sottolineare un aspetto importante che non può essere ignorato.

È simile a "il fatto è che":

  •  "il fatto è che" introduce di solito una spiegazione, mettendo in evidenza il motivo di ciò che si afferma;
  • "fatto sta che", invece, mette l’accento su un dato di realtà che non si può negare o fingere di non vedere.


In un contesto di discussione, dunque, "fatto sta che" evidenzia un punto fermo, un nodo essenziale che chiude o rafforza il discorso.

Molto vicina è anche l’espressione "sta di fatto che", del tutto equivalente, sebbene leggermente più formale rispetto a "fatto sta che".



Esempi d’uso:

  1. Papà, è vero che ingegneria aerospaziale è una facoltà prestigiosa, ma fatto sta che a me non piace e non voglio iscrivermi. 
    (Il figlio sottolinea una realtà soggettiva che non può essere aggirata.)

  2. Sembra un bravo ragazzo, ma fatto sta che lo hanno già arrestato tre volte. 
    (Si mette in risalto una verità scomoda che contrasta con le apparenze.)

  3. Anna va in palestra e segue una dieta, sta di fatto che non ha perso un grammo. 
    (Qui si sottolinea una constatazione che contraddice le aspettative.)

  4. Piero continua a chiedere scusa, fatto sta che ha commesso un errore imperdonabile. 
    (Qui, l’espressione rafforza la constatazione della gravità dell’errore.) 


Impariamo italiano!