La locuzione "fatto sta che" ha un valore enfatico e rafforzativo: serve per esprimere un’opinione, una constatazione, un’affermazione o un giudizio in maniera più incisiva e decisa.
Si utilizza quando si vuole sottolineare un aspetto importante che non può essere ignorato.
È simile a "il fatto è che":
- "il fatto è che" introduce di solito una spiegazione, mettendo in evidenza il motivo di ciò che si afferma;
- "fatto sta che", invece, mette l’accento su un dato di realtà che non si può negare o fingere di non vedere.
In un contesto di discussione, dunque, "fatto sta che" evidenzia un punto fermo, un nodo essenziale che chiude o rafforza il discorso.
Molto vicina è anche l’espressione "sta di fatto che", del tutto equivalente, sebbene leggermente più formale rispetto a "fatto sta che".
Esempi d’uso:
- Papà, è vero che ingegneria aerospaziale è una facoltà prestigiosa, ma fatto sta che a me non piace e non voglio iscrivermi.
(Il figlio sottolinea una realtà soggettiva che non può essere aggirata.) - Sembra un bravo ragazzo, ma fatto sta che lo hanno già arrestato tre volte.
(Si mette in risalto una verità scomoda che contrasta con le apparenze.) - Anna va in palestra e segue una dieta, sta di fatto che non ha perso un grammo.
(Qui si sottolinea una constatazione che contraddice le aspettative.) - Piero continua a chiedere scusa, fatto sta che ha commesso un errore imperdonabile.
(Qui, l’espressione rafforza la constatazione della gravità dell’errore.)
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