1. Accento su “e” e “o” (non sull’ultima sillaba)
Quando l’accento cade sulla “e” o sulla “o” e non si trova sull’ultima sillaba della parola, nella maggior parte dei casi queste vocali si pronunciano chiuse. Ad esempio, si dice:
- méla
- dóccia
- sénno
- móndo
Tuttavia, esistono delle eccezioni, come nelle parole:
- gèlo
- bène
- gònna
2. Parole tronche che finiscono in “e”
Nelle parole tronche (cioè con accento sull’ultima sillaba) che terminano con “e”, la vocale si pronuncia quasi sempre chiusa. Per esempio:
- tré
- mé, té, sé (pronomi)
- tutti i derivati di “che” (come perché, poiché, affinché…)
Anche qui ci sono eccezioni, come: caffè, tè (la bevanda), karkadè, bèh e, in generale, le esclamazioni.
3. Il dittongo “ie”
Nel dittongo “ie”, la “e” è quasi sempre aperta. Si pronuncia:
- cièlo
- mièle
- pièno
Fanno eccezione le parole che terminano in -ietto, -ietta, -iezza, dove la “e” è chiusa: bigliétto, magliétta, ampiézza.
4. Participi presenti
Nei participi presenti, la “e” si pronuncia sempre aperta:
- presidènte
- solvènte
- gerènte
- potènte
5. Pronuncia di “e” e “o” in base ai suffissi
A seconda del suffisso della parola, si può stabilire se la “e” e la “o” vadano pronunciate aperte o chiuse:
La “e” è aperta se la parola termina con:
-ela, -elo, -endo, -enno, -ene, -ente, -enza, -erno, -ero, -errimo, -esimo, -estre, -evolo, -iera, -iere
La “e” è chiusa se la parola termina con:
-ecchio, -eccio, -efice, -eggio, -esco, -esimo, -essa, -eto, -etto, -evole, -ezza, -mente, -mento
La “o” è aperta se la parola termina con:
-occhio, -occio, -olo, -orio, -osi, -ota, -otico, -otto, -ozzo
La “o” è chiusa se la parola termina con:
-oio, -one, -oni, -ore, -oso
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