lunedì 2 giugno 2025

1. Accento su “e” e “o” (non sull’ultima sillaba)


Quando l’accento cade sulla “e” o sulla “o” e non si trova sull’ultima sillaba della parola, nella maggior parte dei casi queste vocali si pronunciano chiuse. Ad esempio, si dice:

  • méla
  • dóccia
  • sénno
  • móndo

Tuttavia, esistono delle eccezioni, come nelle parole: 

  • gèlo
  • bène
  • gònna


2. Parole tronche che finiscono in “e”

Nelle parole tronche (cioè con accento sull’ultima sillaba) che terminano con “e”, la vocale si pronuncia quasi sempre chiusa. Per esempio:

  •  tré
  •  mé, té, sé (pronomi)
  •  tutti i derivati di “che” (come perché, poiché, affinché…)

Anche qui ci sono eccezioni, come: caffè, tè (la bevanda), karkadè, bèh e, in generale, le esclamazioni.
 

3. Il dittongo “ie”

Nel dittongo “ie”, la “e” è quasi sempre aperta. Si pronuncia:

  • cièlo
  • mièle
  • pièno

Fanno eccezione le parole che terminano in -ietto, -ietta, -iezza, dove la “e” è chiusa: bigliétto, magliétta, ampiézza.


4. Participi presenti

Nei participi presenti, la “e” si pronuncia sempre aperta: 

  • presidènte
  • solvènte
  • gerènte
  • potènte 

 

5. Pronuncia di “e” e “o” in base ai suffissi

A seconda del suffisso della parola, si può stabilire se la “e” e la “o” vadano pronunciate aperte o chiuse:

    La “e” è aperta se la parola termina con:
    -ela, -elo, -endo, -enno, -ene, -ente, -enza, -erno, -ero, -errimo, -esimo, -estre, -evolo, -iera, -iere

    La “e” è chiusa se la parola termina con:
    -ecchio, -eccio, -efice, -eggio, -esco, -esimo, -essa, -eto, -etto, -evole, -ezza, -mente, -mento

    La “o” è aperta se la parola termina con:
    -occhio, -occio, -olo, -orio, -osi, -ota, -otico, -otto, -ozzo

    La “o” è chiusa se la parola termina con:
    -oio, -one, -oni, -ore, -oso

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